IL GIOVANE MONTALBANO. VERACE, SCALTRO, BRAVO E SICILIANISSIMO

Se la nuova serie di sceneggiati televisivi con protagonista il commissario creato da Andrea Camilleri dovesse avere anche solo la metà del successo avuto dalla serie con lo stesso poliziotto interpretato da Luca Zingaretti, sarebbe già un successone.

E la prima puntata parrebbe orientarsi in tal senso, con otto milioni di telespettatori. Certo, c’è da considerarsi l’effetto novità, la curiosità, anche del confronto. Ed è quello che ha spinto anche Hicsuntleones ad unirsi ad altri otto milioni di italiani per seguire le avventure di Salvo Montalbano. Come ha già scritto su queste stesse colonne il direttore Franco Portelli, almeno la prima puntata ha sortito un giudizio molto positivo, che Hicsuntleones ha condiviso e verificato parlandone con non pochi amici che avevano visto lo sceneggiato. Parrebbe essere piaciuto a tutti questo barbuto e capellone poliziotto alle prime armi, asciutto e quindi molto diverso da Zingaretti, che – tenuto anche conto della sua età – oltre ad aver perso i capelli ha anche qualche rotolino di grasso sul ventre. Ma le differenze – a nostro avviso – non sono tanto da riscontrarsi nel confronto tra i due attori, quanto nella impostazione generale del film, che appare immediatamente diverso (non migliore o peggiore) grazie ad alcune note caratteristiche. Se la prima è ovviamente la recitazione di un giovane barbuto dallo sguardo acutissimo e la parlata smaccatamente palermitana, la seconda è certamente quella netta percezione di trovarsi davanti ad un film fatto, pensato, diretto, realizzato in Sicilia. Paesaggi, inquadrature, colori e luce sono quelli della Sicilia vera, non da cartolina. Quando parla Zingaretti si percepisce benissimo (o almeno lo percepiamo noi siciliani) che si tratta di un italiano che parla il siciliano (tra l’altro quel siculo-italiano inventato da Camilleri). Anche Michele Riondino è italiano e non siciliano, ma quando dice “grandissimo cornutazzo” lo dice come lo direbbe un vero siciliano. La palermitana Valentina D’Agostino che ha interpretato la parte di Viola è semplicemente un mostro di bravura, oltre ad essere bellissima (se lo è senza trucco, con i capelli sporchi e disordinati, con addosso uno straccio e due vecchi scarponi maschili, immaginatela truccata, ben vestita e su due scarpe da femmina, sarà una vera e propria bomba). E poi c’è il modicano Andrea Tidona che è praticamente perfetto per essere Fazio Senior. Questo sceneggiato ha dato l’impressione di essere verace, di essere sincero, di essere una pietra siciliana piuttosto che una bella e lucida plastica italiana. Questo potrebbe però essere un’arma a doppio taglio. Intendo dire che questo suo essere più profondo e vero del commissario adulto e di certi suoi co-protagonisti renderà, ha anzi già reso, molto più vicino agli isolani il commissario di Vigata, potrebbe pericolosamente renderlo più ostico, e distante al resto dei compatrioti. Un prodotto artigianale non sempre è più apprezzato dell’omologo industriale.

Attendiamo le prossime puntate, ansiosi di vedere se Catarella rimarrà col volto di questo scuro attore che non raggiunge certo le vette del ragusano Russo, e soprattutto in attesa di capire come può essere successo che Salvo Montalbano abbia lasciato (ma potrebbe essere stato lasciato) una fidanzata sicula, quella Mary con un cespuglio di bellissimi e nerissimi capelli ricci e sensuale, e sperta, per mettersi con quel manico di scopa di Livia, gghiarna e antipaticissima continentale brava solo a scassare i cabbasisi.

 

 

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