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122 assistenti ausiliari dell’Asp Ragusa dopo l’emergenza Covid, senza lavoro. Si procede con un’altra graduatoria.

“Passata la festa gabbato lo santo”. Potremmo sintetizzare così le vicissitudini dei 122 ausiliari Asp di Ragusa che, nonostante siano stati in prima linea nel svolgere il proprio lavoro in questo periodo difficilissimo, adesso che l’emergenza è parzialmente rientrata si ritrovano senza occupazione a vantaggio di altri soggetti che hanno presentato domanda l’anno scorso. Nascerà quindi una nuova graduatoria di lavoratori a tempo determinato. Della questione se ne è fatto carico  il comitato”100 passi”  di Modica. In una nota evidenziano il prezioso lavoro svolto dagli ausiliari ed il futuro che li attende, nonostante tutto.

“Sono stati chiamati “eroi” ,esordisce la nota, fino a qualche giorno fa, fino a quando, in piena emergenza, sono stati in prima linea a combattere contro un nemico invisibile, il Covid-19 che ha paralizzato il mondo intero. C’erano loro con i pazienti, loro che gli rivolgevano una parola dolce, un sorriso da sotto le mascherine che illuminava i loro occhi arrossati dalla fatica e dalla preoccupazione per la propria salute e per quella dei loro cari che avrebbero potuto di converso contagiare. Questa è stata e continua ad essere la vita dei 122 ausiliari specializzati dell’Asp di Ragusa: uomini e donne che, seppure coscienti dei rischi che correvano, hanno continuato a lavorare nell’emergenza, consapevoli che il loro è sempre stato, da vent’anni a questa parte, un incarico di pochi mesi, a tempo determinato, senza garanzie.

Oggi che i contagi si sono attenutati il manager annuncia di essere pronto a pubblicare una nuova graduatoria a tempo determinato, formatasi con le domande inviate lo scorso anno. Il manager si deve attenere alla applicazione delle norme di legge che prescrivono inoltre l’abolizione della qualifica di ausiliario specializzato quale requisito specifico d’accesso. L’emergenza però rimane, non è purtroppo superata. Non sarebbe più prudente e saggio concedere una proroga a questi lavoratori in modo da garantire un servizio puntuale supportato dall’esperienza acquisita in questi mesi? Non sarebbe più semplice e saggio garantire che gli stessi supportino il personale medico e paramedico come finora hanno fatto fino al raggiungimento dei 36 mesi utili alla stabilizzazione? Così facendo si eliminerebbe questa forma di precariato storico e atipico e lo Stato potrebbe garantire a questi lavoratori, uomini e donne, una vera dignità sociale e umana. La pubblicazione di una nuova graduatoria in questo periodo di emergenza otterrebbe l’effetto di rallentare la macchina sanitaria e di aumentare il precariato già esistente. Tale graduatoria è, infatti, a tempo determinato e, di conseguenza, non risolutiva. Il manager stesso ha dovuto prendere atto che in altre graduatorie l’uso dell’autocertificazione si è dimostrato strumento non perfettamente veritiero che ha creato e continua a creare non pochi problemi di controllo successivo in quanto post pubblicazione, delle dichiarazioni rese. Anche in questo caso, conclude la nota, i lavoratori otterrebbero oltre il danno anche la beffa!”