Una condanna ed un’assoluzione per l’accusa di estorsione aggravata

A distanza di quasi cinque annni dall’arresto eseguito dalla Squadra Mobile di Ragusa si è  concluso con una condanna ed una assoluzione il processo a carico di un pensionato palermitano e un commerciante marocchino, accusati di usura ed estorsione aggravata nei confronti tre imprenditori ragusani. Secondo la Procura gli imputati avevano prestato somme con interessi fino al 900% annui. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere era stata emessa, nell’ambito dell’operazione ‘No problem’, dal gip di Ragusa Claudio Maggioni, su richiesta sostituto procuratore Federica Messina. In manette erano finiti Domenico Caggegi, 65 anni, e Rahal Dahdah, 43 anni.Secondo l’indagine le imprese finite nella rete degli usurai erano de tempo in difficoltà economica e l’accesso al sistema bancario era pressoché precluso. Il Tribunale di Ragusa ha condannato alla pena di tre anni di reclusione e 10 mila euro di multa Caggegi, oltre al risarcimento danni per 12 mila e 500 euro  in favore delle vittime. Assolto, come richiesto dall’avvocato difensore Tiziana Milio, invece,  Dhadhai Rahal. Il Tribunale ha ordinato  il dissequestro a la restituzione a Dhadhai del materiale sequestrato. Secondo l’accusa i due, dopo la concessione del prestito, si facevano restituire dietro minacce somme di denaro e interessi per i numerosi finanziamenti effettuati attraverso continue operazioni di “cambio assegni”, sin dall’ottobre 2009. Dopo l’iniziale riluttanza, le vittime hanno collaborato con la polizia. Le indicazioni di due coniugi titolari di una piccola impresa, hanno consentito poi di dare slancio all’indagine, permettendo di individuare altri cravattari. Caggegi è  stato assolto da alcuni capi di imputazione mentre il cittadino  straniero, da a ni residente a Ragusa come il pensionato palermitano, è stato assolto da tutti i reati come richiesto dall’avocata difensore Tiziana Milio, Il pm aveva chiesto dure condanne per entrambi gli imputati. Le motivazioni saranno depositate dal Tribunale di Ragusa  (presidente Vincenzo Saito, a latere Vincenzo Ignaccolo e Ivano Infarinato) entro 90 giorni.

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