LETTERA IN REDAZIONE

Caro Francesco
Leggo sempre con piacere le tue note. Mi permetto di fare alcune brevi osservazioni.
1) dopo aver lasciato la Sicilia ( Catania) 48 anni fa vendo con rammarico che si ripetono sempre gli stessi discorsi.
2) la centralità della Sicilia nel bacino del mediterraneo è stato sempre il tuo “pallino” lo condividevo ieri e lo condivido oggi.
3) ho vissuto in Svizzera, negli USA, in Canada, in Giappone, in Australia e innumerevoli frequentazioni dell’allora URSSA e credo di avere dei parametri di confronto tra quello che i quei paesi si è fatto nel corso degli anni per valorizzare le risorse a disposizione di quei paesi.
4) adesso non voglio ergermi al ” solone” di turno, ma purtroppo la Sicilia e l’area del catanese ( la più “industriosa” in teoria) non sono capaci tutt’oggi di offrire CREDIBILITA’ a potenziali investitori.
5) un turismo asfittico sviluppatosi a stento grazie ad isolate lodevolissime piccole realtà “individuali” ma non di sistema.
6) “millantati” parchi tecnologici, che sono serviti a dragare soldi pubblici  e a offrire spazi a pseudoimprenditori nell’ambito politico con il solo scopo, in realtà, della ricerca di un potere fine a se stesso. Qui posso veramente dire la mia avendo operato nel corso della mia vita professionale ai vertici di organizzazioni che hanno fatto la storia nel settore della ricerca e sviluppo.
7) trasporti, che con i disastri strutturali ai quali abbiamo purtroppo assistito hanno ancora di più  offerto una immagine non credibile della Sicilia.
8) il fatalismo arabo scorre nelle vene dei siciliani il che equivale ad immobilismo. Tuttavia quei siciliani che vanno via da questa splendida terra sono capaci in tutti i settori di offrire se stessi come individui che operano con la filosofia “Yes we can”
9) quindi ci si chiede, ” ma perché tutto questo immobilismo”?
10) l’unica risposta che riesco a darmi e’ quella di un “gattopardismo” radicato nel DNA dei siciliani che purtroppo ancora oggi vivono in una terra meravigliosa ma che se piove sono sempre lì a dire ” chiovi guvernu ladru”
CREDIBILITÀ, CREDIBILITÀ. Questa è la garanzia per poter attrarre investitori.
Abbiamo disperso risorse naturali, umane , e quant’altro! Cosa vogliamo di più  dalla vita? Un amaro…..destino.
Vivo al Nord e mi domando sempre:  perché tanta differenza tra i tassi di disoccupazione?
Credo che in cuor tuo caro Ciccio ( concedimi la licenza ma da ragazzi così ti chiamavo) la rispost ce l’abbia.
Continuerò a seguire le tue appassionate note con un grande doloroso interesse.

Credo che la nostra terra sia malata di assistenzialismo, con un intreccio perverso tra consenso ed assistenza, per cui si sono formate generazioni di bambini vezzeggiati, mentre la componente adulta e responsabile è andata via. Questa sorta di sindrome da Peter Pan se appariva furba in tempi di vacche grasse appare drammaticamente suicida in questi tempi. Per questo ritengo che l’unica via d’uscita sia la riduzione di sovranità con rinvio delle scelte a livello nazionale ed europeo, trasparenza, automatismi, e valorizzazione del merito per evitare il naufragio e la vandea dei naufraghi.

Un abbraccio
Francesco Paolo Pilato

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