FERMATI 2 SCAFISTI, OGNUNO DI LORO HA CONDOTTO UN NATANTE

La Polizia a seguito dello sbarco di giorno 30.04.2017 ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:

ADEM Hussein, nato in Mali il 01.01.1985 e JALLOW Kissima, nato in Gambia il 29.06.1992.

Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto le imbarcazioni partite dalle coste libiche. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Alle ore 08.00 del giorno 28.04.2017, l’unità navale “AQUARIUS” (O.N.G. – Medici Senza Frontiere), ricevute disposizioni da parte del’MRCC di Roma, effettuava il trasbordo di 92 persone ricevendole da una imbarcazione in legno utilizzata dai migranti per allontanarsi dalle coste libiche. Alle ore 09.55 del giorno 28.04.2017 effettuava il trasbordo di altre 54 persone ricevendole dalla MW Iuventa. Alle successive ore 13.40 la predetta nave incontrava una piccola imbarcazione in legno con a bordo n.41 persone. La nave di soccorso Aquarius faceva rotta verso il porto di Pozzallo ove giungeva alle ore 17:00 del 30.04.2017, presso il quale sbarcavano i migranti dei complessivi 3 eventi SAR realizzati.

Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso il locale Hotspot per le operazioni di pre-identificazione.

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.

Il Funzionario della Polizia di Stato, dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni di centinaia di migranti, in piena sinergia con i funzionari della Prefettura che coordinano la “macchina” dell’accoglienza.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.

Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri uomini appartenenti alle Forze dell’Ordine ed all’Esercito Italiano, così come gli Enti inviati dalla Prefettura di Ragusa, Protezione Civile, Croce Rossa Italiana e medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultano sempre complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti numerose incombenze, così da permettere un immediato invio dei migranti in idonee strutture d’accoglienza individuate dalla Prefettura in base ad un articolato piano di riparto nazionale del Ministero dell’Interno.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.

 

                                                                    LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza ed una dei Carabinieri, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto i 2 scafisti individuati grazie alle testimonianze dei passeggeri.

Ci sono volute diverse ore per riuscire a comprendere esattamente la dinamica di quanto accaduto ai migranti giunti giorno 30 a Pozzallo.

Grazie ai passeggeri assistiti dagli interpreti, è stato possibile individuare gli scafisti di due dei tre natanti soccorsi in mare in quanto carichi oltremodo di migranti.

In particolar modo, è stato difficile chiarire quanto accaduto a bordo di un piccolo natante in legno, poiché a dire dei migranti erano stati trainati da un peschereccio che li aveva soccorsi poiché avevano il motore guasto.

In pratica, lo scafista libico era  a bordo con loro ma quando il motore si è guastato, ha fatto rientro con un gommone lasciando alla deriva i migranti poi soccorsi da un peschereccio. Il peschereccio trainava la barca fino a quando non notava la presenza di una nave che poteva soccorrerli, così da allontanarsi lasciandoli alla deriva. Effettivamente sopraggiungeva la nave che poi li soccorreva accompagnandoli presso il porto di Pozzallo.

Al termine delle indagini è stato possibile acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico degli scafisti centro africani, responsabili, senza alcun dubbio, secondo i testimoni ascoltati, di aver condotto, per ottenere un profitto ingiusto, i natanti poi soccorsi. Diversamente per il terzo natante non sono stati raccolti indizi di colpevolezza a carico di alcuno, proprio perché, a dire dei migranti, il barchino in legno era stato trainato da un peschereccio poi allontanatosi.

Gli arrestati sono stati condotti presso l’istituto di pena di Ragusa a disposizione dell’A.G.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

 

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2017 sono 34 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

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