ALLA RICERCA DELLA FAUNA ITTICA

L’ampliamento e l’aggiornamento delle conoscenze e la loro divulgazione sono una delle basi per una salvaguardia e corretta gestione condivisa e consapevole dei beni ambientali. Su questa base, nell’ambito del progetto Un Mare d’Ambiente, sostenuto dal Ministero della Gioventu’ e svolto in partenariato tra Legambiente Il Carrubo ed il Comune di Pozzallo, sono state effettuate indagini naturalistiche ed attività di educazione ambientale nell’area umida del Maganuco (Sito d’Importanza Comunitaria ITA080007).

Tali iniziative sono state anche l’occasione per un’ulteriore collaborazione tra due Associazioni ambientaliste storiche: Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee (F.I.P.S.A.S.) e Legambiente. Infatti alcuni guardiapesca volontari F.I.P.S.A.S. di Ragusa (Giovanni Di Martino e Davide Pirruccio) hanno dato una fondamentale collaborazione ad una prima iniziativa di monitoraggio ittiologico nell’area, in cui non si evidenziavano conoscenze specifiche.

I risultati, seppure ancora preliminari, hanno evidenziato la presenza di specie di interesse conservazionistico, quali l’anguilla, ed hanno testimoniato la stretta relazione tra l’area umida costiera e l’ambiente marino antistante. Le specie riscontrate infatti sono specie che ‘vengono dal mare’ e che migrano nelle acque interne in forma giovanile per poi ritornare al mare per la riproduzione.

“Le aree umide costiere, come il Pantano del Maganuco “evidenzia il biologo Antonino Duchi che ha condotto il progetto” sono, tra l’altro, dei veri e propri polmoni di svezzamento e ripopolamento ittico naturale per il mare costiero con cui sono intimamente collegati”.

E’ quindi evidente che il loro mantenimento e risanamento non è solo un valore in sé, ad esempio in quanto la fauna ittica è il nutrimento di tutta una serie di specie ornitiche che frequentano le aree umide, ma anche un importante contributo agli ecosistemi marini ed alla pesca costiera.

Risulta quindi fondamentale che le aree umide costiere siano riqualificate ed in particolare che ci sia una gestione corretta dell’elemento idrico, in modo che si abbia una valida connessione di esse con l’ambiente marino e quindi la possibilità dello scambio di specie tra i due ambienti.

L’obiettivo della collaborazione, al di là delle attività preliminari svolte, mira a delineare in modo completo la presenza ittica nell’area in questione, tenuto conto anche del fatto che tale fauna è un indicatore ambientale riconosciuto a livello europeo, sancito da specifiche direttive.

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it