GELA JAZZ FESTIVAL, LA REPLICA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Gela, 14/09/2016 In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal direttore artistico del Gela Jazz Festival, Loredana Melodia, l’amministrazione comunale precisa quanto segue: “Che le manifestazioni culturali e gli spettacoli subiscano per primi i fendenti della revisione della spesa pubblica ai livelli più alti di quelli comunali non lo dobbiamo spiegare a nessuno, né tantomeno al direttore artistico del Gela Jazz Festival. Se oggi a temere l’estinzione dai migliori calendari di eventi siano anche quegli appuntamenti istituzionalizzati in Sicilia, si comprende bene che aver mantenuto in vita l’happening della scorsa settimana è un merito che va riconosciuto al di là di ogni facile polemica. Apprendiamo che l’uscita pubblica della Melodia è la riconferma che, nei cinque anni precedenti fino ad oggi, non è stato fatto nulla per attrezzare la città dei servizi minimi per garantire un’adeguata fruizione turistica del territorio. Ammettiamo le difficoltà di questa amministrazione a poter garantire contributi come si faceva qualche decennio fa, a causa dei debiti ereditati anche a causa di contributi troppo facilmente elargiti. Confermiamo pur nondimeno la nostra volontà di contribuire ai costi sostenuti dalle associazioni che si sono spese per garantire l’Estate a Gela, anche se non possiamo non sottolineare che un’attenta analisi ci porta a rimarcare la poca attenzione con cui gli eventi vengono promossi; un fattore che lascia qualche perplessità, soprattutto quando artisti del calibro di Barry Harris vengono frettolosamente svenduti, anche per colpa dell’eccessivo affidamento ai contributi pubblici. Barattare con altre città il festival, non solo umilia Gela ma pone dei seri dubbi sulla gestione della manifestazione, i cui organizzatori dovrebbero potenziare con una strategia di marketing più efficace, rispetto agli anni precedenti. Stare in balìa solo dei sempre più vuoti forzieri pubblici che a malapena riescono a dare risposte ai comparti produttivi in sofferenza, ancor meno ai servizi assistenziali, infatti, condanna ogni richiesta ad un destino imprevedibile. Sono finiti i tempi della semina a spaglio di contributi pubblici proprio per colpa degli stessi che hanno praticato irresponsabilmente questa politica per anni.”

 

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