ADDIO STAZIONE DI COMISO
29 Lug 2016 06:15
Da domenica 24 luglio Comiso non ha più una stazione ferroviaria; durante la notte RFI ha attuato il suo piano di smantellamento del secondo binario, eliminando gli scambi di collegamento; adesso è in funzione soltanto il binario di corsa, e quindi da stazione Comiso è ridimensionata a semplice fermata, alla pari di qualsiasi stazioncina di campagna.
La prima dimostrazione di questa mutilazione si è avuta nella stessa giornata di domenica 24, quando il “treno barocco”, lasciati i viaggiatori a Comiso, è dovuto spostarsi alla stazione di Vittoria dove è stato possibile sia l’inversione del locomotore sia il garaggio del materiale fino all’ora di partenza. Tutte operazioni non effettuabili a Comiso, come pure non saranno più effettuabili gli incroci e le precedenze.
Gli effetti di questa grave limitazione si vedranno nel prossimo autunno, quando entreranno in circolazione le nuove corse ferroviarie sulla nostra linea, che è, com’è noto, a binario unico: privare un impianto di binari per incroci e precedenze comporterà l’allungarsi delle distanze fra le stazioni che possono assolvere a tale compito, con la conseguenza che, in caso di ritardo di un treno, si verificherà un cumulo di ritardi a catena.
RFI continuerà a dire che a Comiso nulla è cambiato, e che il servizio viaggiatori è comunque assicurato. In realtà, come abbiamo spiegato sopra, nessuna funzione di stazione sarà possibile a Comiso. Dopo la chiusura dello scalo merci e dell’impianto di carico e scarico dei marmi, definire una stazione di campagna quella comisana, è oggi una pura e semplice verità. Ma di chi sono le responsabilità di tutto ciò?
Come CUB Trasporti da tempo le denunciamo. L’assurda politica di risparmio sulla manutenzione di scambi e binari, che per ottenere risparmi irrisori spende cifre di gran lunga superiori (il riferimento è ai lavori per la mutilazione in oggetto) e rovina infrastrutture storiche. Una politica in netto contrasto con gli investimenti tra Comiso e Licata: ben 35 milioni di euro appena spesi per potenziare il traffico ferroviario; una strategia cieca che non vuole vedere lo sviluppo che la mobilità sta subendo nel territorio in seguito all’apertura dell’aeroporto di Comisio.
In questi anni non ci siano limitati a lanciare allarmi: abbiamo occupato lo scalo al primo tentativo di smantellare gli scambi; abbiamo organizzato sit-in e manifestazioni; abbiamo svolto incontri a Palermo presso la Regione per addivenire all’abbandono del programma di “semplificazione” di RFI. Siamo solo riusciti a spostare nel tempo l’epilogo.
Oggi incassiamo una pesante sconfitta; una sconfitta che pesa sulla CUB Trasporti, sui ferrovieri e su quanti – generosamente – si sono impegnati perché su Comiso ci fossero progetti di rilancio e non di soppressione.
Ma se noi ammettiamo con dignità questa sconfitta, non possiamo tacere sul fatto che da diversi mesi, e fino a poche settimane fa, avevamo allertato la deputazione iblea e il sindaco di Comiso sull’imminenza dell’intervento di smantellamento. Ecco, quindi, che precise responsabilità vanno addebitate a chi ha preso sottobanco i nostri allarmi: sindaco e deputati che daranno conto ai cittadini del loro mancato impegno. Sarebbero bastate poche ma incisive pressioni per bloccare una volta per tutte lo smantellamento.
Noi continueremo il nostro impegno per il potenziamento della tratta ferroviaria; da oggi tra i nostri obiettivi ci sarà anche quello del ripristino del normale funzionamento della stazione di Comiso.