PRESENTE LA NIPOTE DEL CAPITANO GIUNIO SELLA

Convegno sulla vicenda dello sbarco degli alleati sulle spiagge iblee nel 1943 oggi al Comune di Ragusa con un’appendice celebrativa per domani al fortino di Camemi  iblea con la lapide in onore dei caduti nella località omonima sulla strada provinciale Ragusa-Marina ad una quindicina di chilometri dal capoluogo.

Lo storico Prof. Giuseppe Miccichè dopo anni di ricerche e studi ha ormai delineato tutti i fatti che avvennero durante quelle terribili giornate mentre altri particolari del tutto inediti sulla vicenda della zona Camemi sono emersi dal racconto dell’unica nipote del tenente (poi promosso, alla memoria, a capitano) Attilia Sella che ieri sera è arrivata a Ragusa assieme alla figlia Gianrita per partecipare alle manifestazioni indette dal Comune. 

Presente con noi il nostro collaboratore Salvo Marino cui si deve tanto alla conoscenza dei fatti “veri” di quei giorni, la signora Attilia ci ha raccontato alcuni particolari come lei li ha vissuti dopo qualche anno essendo l’unica nipote del tenente Sella in una famiglia  molto  unita e che all’epoca aveva solo 4 anni. La notizia della morte dello zio venne data a suo padre da un pittore di Bergamo che era stato suo attendente in Sardegna dove papà svolgeva il servizio militare.

Appena possibile il padre della signora Attilia, fratello del tenente si è messo in contatto con la famiglia Spadola Bertini proprietaria dei siti dove avenne l’eccidio dei militari della guarnigione italiana che riferì dopo ilo seppellimento dei moti nella stessa terra della guarnigione il trasferimento dei resti mortali dello zio prima sulla provinciale Scicli-Santa Croce al cosiddetto Posto di blocco cioè all’intersezione con la provinciale Ragusa-Mare e successivamente al cimitero-sacrario di Gela dove tutti i caduti di quest’area furono portati. Nel 1949 dopo le istanze al Ministero della Difesa le spoglie del capitano sella furono trasferirte nella tomba di famiglia del cimitero di Quarona Valsesia paese di origine dell’Ufficiale dove riposano ancora venerate dai parenti di seconda e terza generazione della famiglia Sella.

Un racconto pieno di commozione, emozione, mestizia con il ricordo vivo, vivissimo  di questo giovane ufficiale che immolò la propria vita, come si diceva allora, nella difesa della Patria.

(Franco Portelli)

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