È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
SCICLI QUEL COMUNE BELLO E COLTO CHE NON ANDAVA SCIOLTO
14 Lug 2016 17:51
Siamo felici per l’assoluzione di Franco Susino. E’ la fine dell’ingiusto calvario inflitto ad un cittadino onesto, una persona perbene, un uomo buono e benvoluto nella comunità.
Siamo ancor più felici perché la sentenza di lunedì scorso rappresenta il dovuto atto di giustizia verso una intera città. Questa condanna severa e giusta verso malviventi che hanno turbato l’ordine pubblico e la convivenza civile non può non suscitare il nostro commosso ricordo della figura del compianto Giudice Salvatore Rizza. Ci piacerebbe oggi averlo fra noi per gioire anche della inequivocabile conferma che questa sentenza ha dato delle sue parole, instancabilmente da lui ripetute fino allo stremo delle forze e con tutti i mezzi di cui disponeva: “… nella parte più degradata del nostro tessuto cittadino certamente alligna il crimine, ma non si è mai generato un fenomeno autoctono di associazione mafiosa”.
Vogliamo ribadire, a scanso di equivoci in particolar modo rispetto a chi ci taccia di “negazionismo”, che noi sappiamo benissimo che la Mafia esiste e che essa è un cancro che mina alle basi la struttura civile, politica ed economica della nostra intera nazione ed oltre. Ma sappiamo altrettanto bene che, oltre l’antimafia dei coraggiosi servitori dello stato, l’antimafia di chi davvero rischia la vita ogni giorno, c’è anche un’antimafia che serve solo a far carriera ed animare qualche cortile mediatico, un’antimafia che non dà nessun fastidio alla mafia, anzi come una sorta di finto anticorpo, nella necessità di reperire bersagli facili e senza rischio, affibbiando pretestuose patenti mafiose a proposito ed a sproposito, ottiene un effetto di confusione che al limite alla mafia può persino far comodo. Insomma, se tutto è mafia alla fine nulla è più mafia: un assurdo effetto diluente nell’immaginario dell’opinione pubblica che porta alla riduzione di un tragico fenomeno in una barzelletta.
Per fortuna oggi ad esser “negazionista” ed a ristabilire la giusta misura delle cose è l’autorevole Corte di un Tribunale. Finalmente la vera giustizia ha chiuso la bocca a tutti quegli ipocriti che hanno contribuito a denigrare Scicli di fronte al mondo ed agli sciacalli che non si son fatti scrupolo di darle fuoco pur di conseguire i propri scopi.
Oggi Scicli è felice per l’ufficiale riconoscimento di ciò che tutti sapevano: Susino non ha commesso reati, non ha fatto assunzioni, non ha fatto favori indebiti e, ha tolto la spazzatura dalle strade come ha potuto, nei modi e con le difficoltà emergenziali tipiche di centinaia di altri comuni siciliani, ma senza commettere il minimo abuso, anzi…. il Consiglio e l’Amministrazione tutta non erano succubi di alcuna organizzazione mafiosa, e lo stesso TAR Lazio, pur nel riconoscimento della pregiudiziale rappresentata da un procedimento per mafia in corso, ha escluso che il Consiglio fosse vittima di condizionamenti. Noi aggiungiamo che, in particolar modo, men che mai era pensabile una cosa del genere proprio dei consiglieri in carica al momento dello scioglimento.
Oggi Scicli è felice ma resta l’amarezza per aver subito per oltre un anno l’ingiusta negazione della democrazia. Resta l’amarezza per quei pubblici funzionari e quegli inquirenti che l’innocenza, oggi sancita dal giudice, l’avrebbero potuta e dovuta leggere nei fatti e negli atti, dove era chiaramente scritta, già due anni fa.
E’ per questo che oggi rivolgiamo al Ministro Alfano un appello, pur certi che tale appello rimarrà inascoltato. Ministro non aspetti la sentenza di un altro Tribunale che sancisca che a Scicli è stato commesso un orrore civile e giuridico, uno scempio del buon senso, della logica e della giustizia. Ministro, sia Lei stesso per primo a riscattare la credibilità delle istituzioni restituendo alla Città di Scicli ciò che le è stato scippato: “la dignità”. Non aspetti un giudice e forse più ancora di Scicli, a recuperare onorabilità e credibilità, saranno le Istituzioni di questa Nazione: si adoperi per revocare il decreto del 29/04/15.
I RICORRENTI AVVERSO IL DECRETO DI SCIOGLIMENTO DEL C.C.
F I R M E
Guglielmo Scimonello, Bernardetta Alfieri, Guglielmo Ferro, Giorgio Vindigni, Antonino Castronuovo, Andrea Caruso, Antonino Alecci, Marco Causarano, Giampaolo Schillaci, Pino Savarino, Gianni Trovato, Lina Basilico, Gianpaolo Aquilino, Alessia Gambuzza, Concetto Falla, Mauro Ingallinesi, Giovanni Ciavorella
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