DISSERVIZI IDRICI NELLE CONTRADE DI RAGUSA

Se all’aumento del canone per il servizio idrico nella nostra città corrispondesse un congruo miglioramento del servizio stesso, nessuno avrebbe da ridire. E invece, non solo i cittadini ragusani sono vessati da un’amministrazione sorda alle loro richieste, ma in alcuni casi sono costretti anche a pagare in più rispetto a quanto già sborsano.
E’ il caso dei residenti delle contrade periferiche che, in questi giorni, sono costretti a rivolgersi a ditte private per l’approvvigionamento dell’acqua potabile in quella che non possiamo che definire una vera e propria emergenza idrica. Chi gestisce il servizio evidentemente, al momento, non è in grado di garantire la fornitura e nella tarda mattinata de 31 maggio gli ufficio comunali – da lunedì incapaci di rispondere alle istanze dei cittadini – su sollecitazione del Consigliere del Lab 2.0, Manuela Nicita, sono stati costretti a dare mandato diretto a un’altra azienda per ovviare al problema.
Reputiamo questa situazione grave e paradossale se si considera che in questo modo alcuni residenti sono stati obbligati a pagare delle ditte private perché impossibilitati ad attendere che il problema si “sbloccasse”, nonostante si tratti comunque di contribuenti che versano regolarmente quanto dovuto per il servizio. Doppia spesa per loro, ma doppia spesa anche per il Comune.
Noi del Laboratorio politico 2.0 invitiamo i cittadini, vittime in questi giorni dell’ennesimo danno di un’amministrazione incapace, a conservare le ricevute rilasciate dai privati per la fornitura dell’acqua perché ci occuperemo di vigilare affinché il Comune rimborsi queste spese.
Inutile dire che un’amministrazione accorta e responsabile farebbe di tutto perché non si verifichino disagi così gravi.

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