LA WHITE LIST DELLA RINASCITA E DELLA DIGNITA’

Questa campagna elettorale mi ha portato dentro il cambiamento profondo che la città ha subito negli ultimi decenni e del verso che le cose hanno assunto negli ultimi 10-15 anni.


Tante cose sono cambiate. La politica, le istituzioni, le generazioni, il senso comune.
Ma in tutto questo mi colpisce l’incertezza delle persone, l’ambiguità delle collocazioni e delle posizioni, la dimensione di aree e reti sociali contradditorie e l’insufficienza dell’approccio a una simile trasformazione.

Veniamo dagli anni del terrore, dei morti ammazzati e delle famiglie distrutte.
Il 10 % della popolazione vittoriese è stata toccata da vicende negative alle quali si è variamente interessata la Giustizia. Troppi per una città cosi’ piccola. E per ignorare il fenomeno, che credo esiste in tante altre aree del nostro Paese.

Mi sono dovuto muovere a zig zag per evitare contatti difficili e frequentemente mi sono posto la questione. Tante famiglie, tanti intrecci familiari, tante situazioni tante persone. Come fare per distinguere e non cedere al senso comune della segregazione come condanna accessoria per intere famiglie, migliaia di persone, bambini e anziani compresi ?

Ancora sentiamo le grida dei familiari disperati per la morte di persone nelle faide mafiose e criminali e l’eco della paura e del disagio delle vittime, la loro angoscia e il loro bisogno di sicurezza.

Ma in diverse situazioni abbiamo intravisto anche la domanda di non essere condannati a priori, di non generalizzare la condanna subita da padri, fratelli e sorelle, di proiettarla su altre persone, su tutte le reti familiari, sulle amicizie: la contiguità, è chiaro, paralizza i rapporti, li rende improbabili, selettivi, li tiene a distanza.

Non esiste del resto una macchina della verità, tipo termometro, che ti assicuri che una persona è libera, onesta, anche se si chiami con il cognome dei grandi capi della criminalizzata a Vittoria o di loro affiliati.

Nello stesso tempo pero’ incalza un nuovo mondo che irrompe nella vita economica della città che si innesta in un passato cupo e tenebroso: come si fa a decidere se dare la mano a Tizio, o salutare Caio ? Fingere ? Fare finta di niente ? Accettare voti inquinati sottobanco ?

Non è una buona strada. La sconsiglio. Che fare allora, mentre la tempesta si allarga e tocca persino le sponde dei livelli istituzionali, quelli piu’ inclini all’affarismo e ai soldi nei settori centrali della nostra economia ?

Mi sono posto alcune domande. Mi sono interrogato. E ho deciso di muovermi. Premesso che i voti della mafia sono avvelenati, e che quelli dei mafiosi lo sono parimenti, si pone il problema di fare qualcosa per impedire il distacco di tante persone dalla vita civile, di gente che ha sbagliato e che ora vorrebbe rinascere, ripartire con una nuova vita, costruire destini degni e non ignobili, per i propri figli o nipoti o congiunti ?

Ritorna in questo ragionamento la centralità di un martire come Peppino Impastato, il cui sacrificio ci puo’ aiutare a risolvere alcune di queste criticità. Peppino Impastato è il più grande degli eroi antimafia perchè dovette sconfiggere se stesso e l’ambiente in cui viveva per diventare quello che fu, un nemico acerrimo della illegalità e di cosa nostra. Quel messaggio ci dice che dobbiamo fare qualcosa, a livello istituzionale, per fare da sponda a chi vuole uscire dal mondo della illegalità e della violenza, con la correttezza e la vita giusta.

Mi intesto anche questa battaglia che proporro’ al Sig. Prefetto e alla Procura Antimafia perche’ possano essere definite dalle norme o da Decreti Prefettizi liste di persone che, pur essendo macchiate di reati gravi contro la persona o il patrimonio, vogliano intraprendere la strada del lavoro e del riscatto.

Penso a una WHITE LIST pubblica e codificata nelle sedi isituzionali e alla Prefettura, che sia riconosciuta dalle autorità di Polizia e dal Magistrato, dove ciascuno potra’ segnalare la sua attività e percorrere il suo cammino, al riparo dalle sanzioni morali che gravano sui loro trascorsi, avendo pero’ pagato il loro debito con la Giustizia. Essere accolto nella White List, non darà certo patenti di onestà a nessuno, ma servirà a rendere piu’ chiaro l’ambito operativo di tante persone che oggi navigano all’interno della zona grigia e del malessere sociale.

Non so valutare ancora la fattibilità di una cosa di questo tipo. Ma so che Vittoria e tante realtà del Paese ne hanno bisogno. Per ora è solo una idea, una riflessione. Occorre parlarne opportunamente nelle sedi istituzionali e chi sa che non ne venga fuori qualcosa di buono.

Francesco Aiello

Consigliere comunale e Candidato Sindaco

22 Aprile 2016

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