IL “CASO O.J. SIMPSON” DIVENTA UNA SERIE TV

Ci sono storie in cui la realtà supera la fantasia. Il cosiddetto Caso O.J. Simpson è una di queste.

Orenthal James Simpson era stato uno dei giocatori di football più amato degli Stati Uniti.

Dopo è diventato ancora più famoso grazie alle sue esperienze come volto pubblicitario e attore (tra i suoi film più famosi possiamo ricordare Una pallottola spuntata e Capricorn One).

Le cose cambiarono il 12 giugno del 1994. Poco dopo mezzanotte la ex moglie di Simpson, Nicole Brown, venne trovata morta fuori dalla sua casa, a  Brentwood (una delle zone più eleganti di Los Angeles.).

Il suo corpo si trovava accanto a quello di Ronald Goldman. La Brown, fu colpita da almeno 12 coltellate, mentre Goldman era stato abbattuto con 20 colpi. Subito la polizia si accorse che anche l’aggressore era rimasto ferito, infatti trovarono delle tracce di sangue in allontanamento.

Gli agenti si recarono a casa di Simpson, per avvisarlo di quanto era accaduto, ma l’ex campione di football americano non si trovava più lì, era appena partito per Chicago.

Gli agenti rilevarono delle tracce di sangue sulla portiera della sua auto e anche un guanto abbandonato simile a quello trovato sul luogo del delitto. In tutto questo vennero a galla le denunce per violenza fatte dalla moglie di Simpson negli anni passati.

L’ex giocatore rientrò in città e venne interrogato, aveva una mano tagliata e non seppe dare spiegazioni della presenza di quella ferita.

Dopo aver assunto l’avvocato, Robert Shapiro, si diede alla fuga. Ne nacque così una caccia all’uomo in diretta tv. Alla fine Simpson si arrese. Iniziò quindi il processo più famoso della storia degli Stati Uniti.

La presenza dei media, gli errori della polizia e il peso della questione razziale furono gli elementi che lo caratterizzarono. Alla fine la giuria assolse O.J. Simpson. Come disse uno dei legali del dream team arruolato da Simpson: «…non siamo stati noi a vincere. Sono loro (l’accusa, ndr) che hanno perso, commettendo i peggiori errori possibili». Anni dopo la giustizia americana giudicò Simpson responsabile e diede alle famiglie delle vittime un risarcimento milionario.

Intrigante vero? Infatti la vicenda è stata trasformata in una serie tv, Il caso O.J. Simpson: American Crime Story, che negli Usa sta avendo un grandissimo successo.

La nuova serie è prodotta da Ryan Murphy ed ha la stessa struttura antologica dell’altra sua creatura, American Horror Story.

Ogni stagione racconterà un caso di cronaca. Questa prima, composta da 10 episodi, la vedremo in Italia a partire dal 6 aprile alle 21 su FoxCrime (canale 116 di Sky) ed è stata sceneggiata da Scott Alexander e Larry Karaszewski, gli sceneggiatori di Ed Wood, Man On The Moon e Big Eyes. A rendere la vicenda ancora più avvincente un gruppo di attori di grande talento.

 Il premio Oscar Cuba Gooding Jr. interpreta O.J. Simpson, mentre Sarah Paulson è Marcia Clark, l’avvocato dell’accusa.

Il nome più famoso tra tutti loro è quello di John Travolta che torna sul piccolo schermo dopo 40 anni nei panni di Robert Shapiro, avvocato e amico di Simpson.

La serie segna il ritorno anche di David Schwimmer, il Ross di una delle serie più amate di sempre: Friends, che veste i panni di Robert Kardashian, amico di Simpson e padre delle sorelle Kim, Khloé e Kourtney Kardashian.

A ben vedere le prime puntate il risultato sembra davvero buono. La serie infatti non si basa tanto sulla colpevolezza di Simpson, quanto sulla pressione mediatica e il politicamente corretto che possono influenzare un processo. E la nuova giuria è il pubblico.

Giuseppe Raciti

 

 

 

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