“INSIEME PER SERVIRE MEGLIO”: E’ IL TEMA DEL PRECETTO PASQUALE CHE SARA’ CELEBRATO MERCOLEDI’ NELLA CHIESA DI SAN GIUSEPPE ARTIGIANO A RAGUSA DAL VESCOVO CUTTITTA

“Insieme per servire meglio e sperimentare il dono della misericordia  e della tenerezza di Dio”. E’ questo il messaggio che sarà lanciato in occasione del precetto pasquale per medici, operatori sanitari e associazioni di volontariato sanitario e parrocchiale che, in occasione della Quaresima 2016, sarà celebrato mercoledì 16 marzo. Alle 16, nella parrocchia San Giuseppe Artigiano di via Nenni a Ragusa, sarà il vescovo mons. Carmelo Cuttitta a presiedere la santa messa. “Cosa significa “servire” nel campo della sanità e del volontariato? Vogliamo indicarlo attraverso un duplice passaggio – è scritto in una nota dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, diretto da don Giorgio Occhipinti, che promuove l’appuntamento – puntare di più sull’operare insieme e saper diffondere con maggior coerenza i doni della speranza, della tenerezza e della misericordia di Dio per chi sperimenta il dolore e la sofferenza. In una sola parola operare insieme. Viene spontaneo pensare al motto l’“unione fa la forza” per cui se nel nostro impegno di volontariato o di professionista o di operatore sanitario ci mettiamo insieme agli altri con tanta buona volontà, dando una mano nelle varie situazioni, senza alcun dubbio rechiamo un grande vantaggio alla struttura in cui operiamo e più ancora alle persone che curiamo. Eppure, di fronte a questa spontanea reazione, occorre fare un passo più importante e profondo. La parola “insieme”, prima di operosità, indica la nostra identità di persone, la nostra identità di cristiani. La parola insieme richiama prima dell’operosità l’essere in comunione”. In un documento diffuso in vista dell’appuntamento, l’ufficio diocesano aveva invitato alla riflessione sulla “tenerezza di Gesù”. “La partecipazione di Gesù alla condizione della persona umana, specie se sofferente – dice don Occhipinti – non è mai fredda, ma carica di una forte e intensa emotività; egli fa propria la sofferenza di chi incontra ed opera nel segno del “prendersi cura” della persona, del mettersi a servizio della vita della persona. Conoscere Gesù nella sua umanità, nella sua relazione con le persone in situazioni di debolezza, di limite e di sofferenza, significa conoscere un progetto di vera umanità e di relazione umanizzante: noi cristiani, nel mondo sanitario e nel territorio, imitando la tenerezza e la compassione di Gesù, dobbiamo diventare gli specialisti della tenerezza verso i sofferenti, coloro cioè che sanno costruire relazioni amichevoli, piene di umanità, di serenità, di amabilità, di amore. E’ questo un servizio che nella Chiesa e nella società non deve assolutamente mancare, ma che deve essere portato avanti da chi ha come suo vero impegno e dovere il donarsi agli altri con generosità”.

 

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