INSEGNANTI DI RELIGIONE ALLA RISCOSSA

Insegnanti di religione scatenati durante la cosiddetta “autogestione” studentesca del 26 e 27 febbraio. Tre lezioni su temi “sensibili” sono state tenute da questi professori, che le hanno trasformate in autentiche occasioni di propaganda clericale e di interferenza cattolica nella sfera privata delle persone, tanto più grave se queste persone sono degli studenti, nella maggioranza minorenni.

“Matrimoni gay: si o no” è stato il tema trattato dalla prof. Cascone, la quale, con la solida presunta obiettività ha spiegato ai ragazzi quanto sia abominevole concedere alle coppie dello stesso sesso gli stessi diritti delle coppie eterosessuali. Il tutto farcito di narrazioni sui drammi dei figli adottati dai gay e propaganda varia. Una lezione senza contraddittorio, senza nessuno seduto accanto alla prof. ad esporre un altro punto di vista, magari proprio quello di chi rivendica il diritto ad unioni civili complete.

Di “aborto” ha invece parlato il prof. La Porta; per essere più precisi, ha parlato contro l’aborto, farcendo la lezione di video inquietanti e di informazioni spudoratamente di parte e alterate, che non potevano che turbare l’uditorio, il quale, anche in questa occasione, non ha potuto ascoltare nessuno che spiegasse perché di aborto dovrebbero in primo luogo decidere le donne; perché la chiesa, che terrorizza i giovani sugli “omicidi” dei feti, è contraria da sempre alla contraccezione e al controllo delle nascite, e perché l’aborto, soprattutto per chi è costretto a praticarlo, non è mai una scelta fatta a cuor leggero, ma determinata da sofferenze e mancanza di alternative, se non dalla consapevolezza che portare avanti una gravidanza non desiderata o addirittura con feto malformato gravemente, può produrre più infelicità e più dolore. Senza parlare della piaga degli aborti clandestini, notevolmente accresciuta in seguito alla campagna di demolizione della legge 194.

La prof. Perricone avrebbe dovuto addirittura affrontare il tema “atei vs credenti”, ovviamente tutto da sola; poi il suo argomento è stato sostituito da “Paura d’amare”, tema che, non si sa perché debba essere affrontato da un’insegnante di religione, nominato da un vescovo, quindi “fedele alla linea”, e non invece da un sessuologo o altro insegnante più consono.

Quanto avvenuto al Liceo Fermi dimostra la gravissima china intrapresa dall’istituzione scolastica; scivolone molto grave in un istituto che si vuole “scientifico”, dove si lascia che si tengano lezioni sulla Genesi, sul creazionismo, e su tutto ciò che cozza contro un insegnamento razionalista e appunto, scientifico; dove non si vuole garantire a chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica nessun tipo di insegnamento alternativo, come previsto dalle normative, preferendo che i ragazzi vengano parcheggiati in giro oppure che escano prima dalla scuola; dove la presenza dell’istituzione religiosa va ben oltre la semplice ora di religione, e permea anche le altre materie e il clima complessivo della vita scolastica.

Ci sarebbe solo un modo per riparare: convocare altrettante conferenze in aula magna su questi temi, con la presenza di relatori che rappresentino la differenti posizioni esistenti e ne permettano una obiettiva acquisizione.

Pippo Gurrieri, cittadino e genitore indignato

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