IL GEMELLAGGIO NOTO-BUTEMPO

Carissimi,
per una strana ironia della sorte in swahili, il suono della parola italiana “vita” significa “guerra”! D’altra parte, nella vita dei nostri fratelli gemelli di Butembo-Beni si consuma, ora non più nemmeno in modo latente, una guerra. Si sa ormai che c’è sempre una mano nascosta dell’Occidente nelle guerre in Africa e altrove: solo già col fatto di vendere armi per acquisire le risorse naturali (petrolio per la nostra energia, il Coltan per tutta la nostra tecnologia e poi oro, diamanti per la nostra vanagloriosa esibizione di ricchezza). Il nostro gemellaggio Noto-Butembo è un’alternativa di rapporto che sradica la guerra con l’amicizia, la fratellanza in modo che la parola italiana “vita” faccia germogliare pace e non guerra. La vita, però, è anche “un combattimento”, si vive combattendo per la vita, contro il parassitismo che sopravvive e vivacchia, senza nessuna responsabilità per la vita: perciò, la società dei consumi non lotta per la vita e non la vuole generare, mentre paradossalmente ha bisogno proprio di nuovo bocche che possano consumare. La crisi demografica è segnale evidente della crisi dell’umano che non vuole lottare per la vita, si assesta sul superficiale, si accomoda sull’effimera ricerca di un piacere che non soddisferà. Lottiamo per la vita, combattiamo perché la vita umana avanzi nell’esperienza di un amore fecondo che “genera” i figli e non li vuole “produrre”. Santa domenica di quaresima, con affetto +don Tonino

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it