LA NON SCELTA E’ L’UNICA VERA SCELTA

L’incontro di sabato 18 dicembre al Caffè letterario “S.Quasimodo” di Modica è stato dedicato a Corrado Calvo e al suo Romanzo “La Relazione”. Già dalla copertina  lo scrittore lancia una provocazione al lettore invitandolo a riflettere: “la non scelta è in definitiva la vera, l’unica scelta che ci viene data in questo mondo”.  Con l’intervento di Domenico Pisana, presidente del Caffè Letterario si è entrati da subito nel vivo della questione: la relazione di cui si parla che è incentrata su un rapporto adulterino; è un pretesto che l’autore coglie per una riflessione sulla capacità ritrovata o perduta   di tener fede ai propri principi. Il nucleo nodale è a ben vedere la relazione che l’uomo intreccia con l’altro, con l’Altro inteso come essere supremo, e con  se stesso. Si tratta delle tre relazioni che attraversano Antonio, il protagonista,  e che lo angosciano, lo tormentano, gli fanno perfino sfiorare la pazzia. Guardiamo al primo piano delle relazioni quella del se intrecciato con la relazione col mondo. Il mondo descritto è una società in tumulto, una società in cambiamento quella degli anni sessanta in cui le contestazioni sono forti e creano precise rotture tra un prima e un dopo. Gli accadimenti sono per i due amanti occasione di riflessione e di crisi profonda e presuppongono scelte precise. Poi c’è la relazione con l’essere supremo sentita come voce della coscienza dell’uomo che parla, scuote, rimorde, condanna, giudica. Infine la relazione con se stesso. Il protagonista dopo aver percorso sentieri di dolore si pone in relazione con se stesso, ed è forse questo il momento più doloroso di un percorso che inevitabilmente chi vive con la mente e col cuore prima o poi deve compiere. L’intervento di Domenico Pisana lascia spazio a riflessioni e a personali sviluppi di indagine che il lettore che vorrà addentrarsi nella storia avrà l’opportunità di cogliere. Con l’intervento di Enza Serrentino docente di Lingue e Letterature Straniere al Liceo Classico di Modica, si è posto l’accento sulla tecnica dello scrittore riconoscendogli  capacità di descrizione. Il lettore viene facilitato nel percorso dello studio del personaggio dalla descrizione puntuale e precisa. La Serrentino nota che il romanzo riesce a scavare dentro i personaggi  dandone una lettura profonda. La relatrice definisce il racconto nella direzione del romanzo di introspezione psicologica che mette appunto in relazione il protagonista con il mondo e con se stesso. L’intervento conclusivo è stato poi dedicato a Teresa Floridia docente di Storia e Filosofia al Liceo Classico di Modica che ha focalizzato la sua attenzione sulla coscienza che ha l’uomo della paura della diversità che rimanda alla paura dell’unicità. La coscienza del sé come essere unico e irripetibile è un dato di fatto ma  necessita di un percorso doloroso e preciso per essere accettata. La Floridia si sofferma poi su un altro aspetto che definisce la capacità di mettersi in cammino uscendo dalla soggettività e affrontando l’incontro con l’altro. Anche questo è un percorso impervio e doloroso in cui si sperimenta la solitudine, la lontananza, la nostalgia. Dimorare sulle strade del mondo implica un cambiamento nella direzione della presa di coscienza del sé, di ciò che si è lasciato ma anche di ciò che si è trovato altrove. Tornando alla provocazione che l’autore lancia in copertina la riflessione che nasce alla luce degli interventi dei relatori è che la non scelta inevitabilmente è una scelta nella direzione della rinuncia a qualcosa. Il punto è proprio questo: ogni scelta contiene una rinuncia ed è proprio la rinuncia che spesso non si è in grado di affrontare perché è un sacrificio che implica condizioni riferite a possibilità che comunque afferiscono alla sfera del futuro e perciò intangibili ed incerte. (Marcella Burderi)

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