SE GATTA CI COVA

Questa popolare espressione in genere viene nel frasario comune utilizzata quando non si riesce bene a comprendere un problema e questo modo di intercalare nel discorso vuole proprio porre in evidenza che se la gatta si accinge a covare l’uovo al posto della gallina può significare che chi la usa non è in grado di comprendere la situazione che in quel frangente lo sta impegnando, oppure forse sta meditando più di qualcosa di traverso.

Ponendoci, come al solito, in una posizione di assoluta indipendenza, ci viene spontaneo farci la domanda. Marino si  è dovuto dimettere da Sindaco di Roma perché sfiduciato dalla maggioranza dei componenti del consiglio comunale e gli organi del partito a cui faceva riferimento politico la maggior parte di essi non si  è proprio stracciato le vesti per quanto già  alleggiava nell’aria e dopo  per quanto puntualmente si è verificato.

Cosa intenda fare in futuro l’ex sindaco lo sa solo lui. Potrebbe presentare una sua lista quando nella prossima primavera con tutta probabilità si tornerà a votare oppure potrebbe ritornare alla sua professione di chirurgo. Ma il problema principale non è proprio questo. Marino da un anno circa a questa parte non ha vissuto un vita amministrativa del tutto tranquilla. Ad ogni polemica ne è subentrata per subito un’altra.

Il pd romano è stato commissariato e qualcosa di non ben definito aleggiava nell’aria. Anche i contatti  con il capo del governo non erano proprio dei migliori e ciò quale segno politico evidente che di sotto poteva covare qualcosa che nessuno era in grado di esplicitare o di delimitarne i contenuti,  ma tutti avvertivano che nell’aria pure aleggiava. Insomma si aveva  l’impressione che a covare l’uovo si voleva metterci sopra una gatta.

Al posto di Marino, con la qualifica di Commissario è stato nominato un prefetto che ha svolto all’Expo  un compito di grande importanza dimostrando grande capacità e ciò non può farci che sentito piacere anche perche, in aggiunta, è un siciliano.

I partiti ora incominciano a darsi una mossa per scegliere il candidato sindaco e qualche malumore ha già preso corpo. Il centro destra ha dei candidati di buna caratura politica ma pare che non ci sia un candidato che piaccia a tutti.  I penta stellati che i sondaggi danno per come favoriti debbono scegliere un loro candidato mentre il pd deve decidere se il loro uomo debba uscire o meno dalle primarie.   A questo punto, anche se molte novità potrebbero venir fuori, stante oltre tutto che Marino non è più sindaco da non molto  tempo, una singolare ipotesi, basata solo ed esclusivamente su pura fantasia, la vorremmo fare non senza premettere che non si ha elemento alcuno su cui poterla fare discendere.  In buona sostanza, è frutto solo di fantasia.

Nel 2018 si dovrebbero tenere le elezioni per il prossimo quinquennio e se il pd resiste fino ad allora dovrà farsi i conti – naturalmente politici- con i partiti in atto esistenti e con la globale economia del paese che in questi tempi altalenanti potrebbe non continuare a raggiungere gli sperati risultati da auspicare realmente  stante, oltre tutto, che il governo deve portare pure avanti e a compimento delle radicali riforme strutturali a raggio nazionale. In campo politico è sempre più agevole avanzare proposte generiche e demandare ad altri il compito di intervenire per non trovare opposizione in categorie sociali su cui incidere. Se riformare significa incidere su interessi sociali a vasta scala chi propone grandi riforme  pensa sempre che quel compito lo faccia il vicino di casa  che, a sua volta, lo trasferisce all’altro suo vicino di casa che, non di rado, cerca di affidarlo al signore che gli abita di fronte. Riformare significa toccare o eliminare interessi, compiti e funzioni che sia pure  estremamente leciti  rapportati alle attuali esigenze del bene pubblico non sono da considerare, almeno allo stato, essenziali per il comune e generale benessere. Ciò,come si è accennato, non porta voti. Anzi alimenta l’avversario politico che a torto o ragione  può aumentare il suo consenso elettorale.

Da questo corollario discende che chi vuole lecitamente continuare a vivere nella stanza dei bottoni deve preoccuparsi di non dare uno spazio politico ed elettorale a chi vuol porsi al suo posto. Il gioco e la lotta politica da sempre sono stati questi, tant’è che i partiti cambiano e mutano o perché anticipano le idee dell’avversario o perché lo pongono in condizione di perdere consenso per una molteplicità di ragioni non di rado sbandierate per come essenziali ed ineliminabili per la vita quotidiana della maggior parte dei cittadini.

Il sindaco di  una città come Roma, capitale d’Italia, avrà di certo qualche pensiero in più rispetto ad un suo collega che amministra un comune di 500 abitanti. Se quest’ultimo non riesce a realizzare un progetto che magari gli avrà fatto vincere le elezioni di questo insuccesso non se ne parla nelle trasmissioni televisive nazionali o nei grandi quotidiani di carta stampata. Negli organi di informazione si è molto parlato, tanto per esemplificare, delle buche che si trovano in strade principali romane come se in tutte le altre strade di città italiane trovare una buca è quasi impossibile. Orbene, stando a sondaggi , il pd romano pare che superi di poco i penta stellati e potrebbe verificarsi che alle prossime elezioni amministrative del prossimo anno si possano posizionare al primo posto. Con una maggioranza assoluta potrebbero amministrare la città senza cercare alleanze con altri partiti. In caso contrario saranno costretti a farlo. Nell’uno o nell’altro caso, sempre ipotetico, dovranno passare dalle parole ai fatti e se i fatti non di normale amministrazione quanto, piuttosto, inglobanti iniziative singolarmente efficaci non potranno essere realizzati, pur mettendoci tutta la buona volontà, si potrebbe valutare l’ipotesi che potrebbero scendere nei sondaggi e gli avversari non mancherebbero di sbandierare ai quattro venti che c’è sempre una differenza fra il dire e il fare e potrebbe mettersi pure a rischio che nelle elezioni nazionali del 2018 il ballottaggio potrebbe pure non esserci.

Questa esposta eventualità  che , ripetesi, non trae origine da nessuno  elemento fattuale originandosi solo dalla teorica eventualità  di qualche disegno , potrebbe rappresentare o una vittoria netta dei penta stellati o una perdita di consensi per non aver potuto, con tutto l’impegno possibile, saltare l’ostacolo senza far cadere l’asticella.  Se la politica è l’arte del possibile, non è da escludere nemmeno che per i penta stellati un vittoria alle amministrative romane e la dimostrazione fattuale di interventi di valore operativo per la cittadinanza romana potrebbero rappresentare ,se trovano l’uomo giusto e una squadra di competitivo valore, la migliore delle occasioni per  concorrere con possibilità reale di vittoria a governare il paese nel 2018. In una recente intervista rilasciata ad un grande quotidiano nazionale uno dei fondatori del Movimento 5 stelle si è detto impegnato a far concorrere per la vittoria romana un candidato di valore sorretto da una squadra operativa di altrettanta capacità. 

 

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