Piano Casa: esclusi gli edifici condonati

Piccoli passi avanti per il progetto di legge che dovrebbe sbloccare l’edilizia siciliana.

Quella di ieri sembra una seduta significativa che registra finalmente i voti per alcuni importanti articoli. Confermato il 2 (quello sugli interventi edilizi di ampliamento degli edifici esistenti): la riscrittura del governo allarga gli ampliamenti non solo agli edifici ad uso residenziale, ma anche, stranamente, agli uffici fino a 1000 metri cubi, ultimati addirittura entro il 31 dicembre 2009. Consentiti gli ampliamenti fino al 20% per chi è in regola con il pagamento delle tasse sui rifiuti e l’Ici. I nuovi volumi però non potranno superare complessivamente il limite di 200 metri cubi. Gli interventi sono subordinati alle verifiche e all’adeguamento alle norme antisismiche.

Passa anche l’articolo 3, che riguarda gli “Interventi per favorire il rinnovamento del patrimonio edilizio esistente”. Si potranno perciò demolire e ricostruire integralmente gli edifici residenziali che non risultino adeguati agli attuali standard qualitativi, igienico-sanitari, energetici, tecnologici, di sicurezza o alla normativa in materia di fasce di inedificabilità. Gli interventi possono prevedere aumenti fino al 25 per cento della superficie in presenza di utilizzo di tecniche costruttive di bioedilizia (allargate fino al 35 per cento in caso d’installazione di fonti di energie rinnovabili). 

Accolta la proposta di agevolare le procedure più semplici e più snelle, ed  infatti viene votato l’articolo 6, che dà il via libera alla possibilità di cominciare i lavori con la semplice Dia, la dichiarazione di inizio attività, in alternativa alla concessione edilizia. Infine passa anche l’articolo 7 che regola le misure di prevenzione sismica.

Il dato politico più interessante si è registrato al momento del voto degli emendamenti firmati dal Pdl ufficiale e appoggiati dall’Udc che intendevano estendere i benefici del Piano Casa agli immobili abusivi, che hanno già usufruito del favore del condono edilizio. Chi sosteneva l’emendamento faceva riferimento al dato sconcertante che lasciando fuori gli immobili condonati si escludeva l’80% del patrimonio edilizio, trascurando quindi gli interessi di tutti i cittadini che hanno costruito secondo le norme. Il presidente Lombardo, intervenuto nel dibattito in aula prima del voto, ha dichiarato: “Ogni giorno cade un pezzo del nostro territorio aggredito dal cemento. E’ una questione di giustizia ed equità, non si possono concedere benefici anche alle case condonate. È giusto distinguere – ha aggiunto – tra chi ha fatto le cose in regola e da chi ha commesso abusi anche se poi li ha condannati”.

Lo scrutinio segreto ha bocciato entrambi gli emendamenti prima con 47 voti contrari e 25 a favore, poi 48 a 24. Soddisfatto, il capogruppo del Pd Antonello Gracolici ha dichiarato: “Con questo voto è stata riconosciuta la posizione di chi ha rispettato le regole, abbiamo mantenuto un profilo di coerenza”.  (Laura Curella)

 

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