LE VITE PARALLELE

Si potrebbe proporre un gemellaggio tra Roma e la Regione Siciliana, entrambe afflitte da anni di malgoverno e di corruzione, che hanno salutato l’avvento di Marino e di Crocetta con entusiasmo: finalmente erano arrivati quelli che avrebbero fatto pulizia e voltato pagina!

E invece la parabola di Marino  si è conclusa nel modo peggiore possibile, dimostrando che ormai l’arroganza, l’attaccamento al potere  di una certa classe politica sono senza limiti,  e per giunta si ha il coraggio di invocare la democrazia, pretendendo un confronto in aula dopo l’improvvido ritiro delle dimissioni e accampando le giustificazioni più strane per i famosi scontrini.

L’unico consiglio che si può dare a Marino è che torni a fare il chirurgo e faccia di tutto per fare dimenticare questa esperienza amministrativa che supera di gran lunga, quanto a gaffe, la rappresentazione cinematografica del mondo della politica, caro ai registi delle commedie all’italiana.

E passiamo al “nostro” Crocetta (nomen est homen, solo che non è stato per la Sicilia una piccola croce ma…).

Abbiamo avuto tutta una serie di rimpasti in questi anni, assessori licenziati e assessori che si sono dimessi ,la distruzione della formazione professionale con tanta gente rimasta senza lavoro da un momento all’altro e dipendenti che debbono ricevere ancora anni di stipendio, la situazione della sanità, la bocciatura delle tante riforme da parte del Governo Nazionale, l’oscillazione tra una scelta e quella opposta, soprattutto nel campo dell’inquinamento e della salvaguardia del territorio, l’alto tasso di disoccupazione,la Sicilia che crolla in senso reale e figurato,la gaffe della telefonata sulla Borsellino… Ci sarebbe di che dimettersi di corsa e chiedere scusa per i propri errori, e invece l’azzeramento e la fuga,come Marino, di fronte ai problemi. “Aggiustate tutto voi, io me ne vado a Cartagine., e badate che la mio ritorno devo trovare tutto a posto!”  Magari non avrà detto proprio così, ma il succo è questo.

E così, per garantire ancora il potere e i privilegi che ne derivano ai soliti politici di tutti i partiti (la distinzione tra destra e sinistra, dati i repentini passaggi dall’una all’altra, non ha più senso) si tiene in vita un governo della Sicilia in coma profondo.

A questo punto si dovrebbe chiedere al PD di mollare Crocetta, come ha mollato Marino, e di chiederci scusa in quanto elettori per aver puntato su questi nomi.

Magari bisognerebbe rivedere il meccanismo delle primarie.

Laura Barone

 

 

 

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