LETTERA APERTA AL SINDACO E AI DIRIGENTI SCOLASTICI

Caro Sindaco,

Cari  Dirigenti Scolastici,

permettetemi, nel mentre il mondo scolastico della nostra Città è attraversato da un conflitto cui non si assisteva da tanti anni, di scriverVi questa lettera.

Premetto subito che non ho altro titolo per scriverVi se non quello di un qualsiasi cittadino, e che questa lettera non è dettata da altri e secondi fini. Oltre a non avere più alcuna carica istituzionale, non sono iscritto da oltre due anni ad alcun partito o movimento politico, non sono candidato a nulla, non faccio parte di maggioranze o di opposizioni.

Considerate allora questa lettera, semplicemente, come il contributo di una persona che, per quasi quattro anni, ha avuto la straordinaria opportunità dal proprio Sindaco di occuparsi delle Scuole, e che si è talmente innamorato di questo mondo da riversare in questo impegno ogni energia disponibile, di mente e di cuore, di ragione e passione. Considerate questa lettera come quella di un uomo che, prestato per alcuni anni alla Scuola pur senza essere un insegnante, sente dentro di sé un nesso con il mondo dell’istruzione tanto intimo e forte da apparirgli indissolubile e insensibile al trascorrere del tempo e al mutare dei ruoli.      

Alcune cose, soprattutto, ho imparato in questi anni, segnati da più di una sconfitta e, forse, anche da qualche successo. Ho imparato che il patrimonio più grande della Scuola è l’unità, il sapere rimanere uniti anche quando attorno ci si scontra. Ho imparato che il processo che conduce a questa unità è tutt’altro che semplice e in molti casi tortuoso, e richiede la stessa determinazione e lo stesso coraggio che continua a sostenere l’impegno di migliaia di docenti e di uomini di scuola, perfino in anni difficili nei quali le priorità dei bilanci sembrano essere più gli armamenti che l’educazione, la formazione e il futuro dei ragazzi. Ho imparato, infine, che le istituzioni locali e i loro rappresentanti possono fare la loro parte per sostenere e aiutare le Scuole a ricercare condizioni di unità e a non allontanarsi da questo clima virtuoso.

Ricordo perfettamente, come se fosse ieri, caro Sindaco, la Tua raccomandazione quando mi nominasti assessore all’istruzione: promuovere il confronto con le Scuole e ricercare sempre la più ampia condivisione delle decisioni, in modo che non una decisione politica si sovrapponesse a quella della comunità scolastica. Le stesse parole mi ripetesti nel 2013, quando ebbi bisogno di confrontarmi con te sulla problematica del dimensionamento scolastico. Con tutti i miei limiti, credo che il mio mandato sia stato coerente rispetto alla Tua raccomandazione. Per quasi quattro anni, la seconda casa dei dirigenti scolastici e dei loro delegati fu quella istituzionale del Comune e le sedi scolastiche la prima casa dell’assessore e, suo tramite, del Sindaco. Quasi tutte le decisioni furono condivise. Dalle proteste e da qualche occupazione di anni prima, si passò rapidamente ad un clima di condivisione e a grandi momenti di una unità che non fu posta a rischio neppure dai ritardi del Comune nel garantire alle Scuole quegli altri interventi, a partire da quelli legati alla manutenzione delle sedi scolastiche i quali, richiesti coralmente dai capi d’istituto, sarebbero stati possibili soltanto modificando, per quanto possibile, le priorità dei bilanci del Comune, richiesta che anch’io feci mia ma che non riuscì ad essere esaudita.

Ora, carissimi, fa male assistere a cosa sta accadendo attorno alla questione del dimensionamento scolastico.

Un piano adottato dalla Giunta Comunale (nel quale si stabilisce tra l’altro la soppressione di una storica Scuola Secondaria di I Grado) fortemente e pubblicamente criticato dalla quasi totalità dei Dirigenti Scolastici che si spingono a proporre una soluzione organica contrapposta e alternativa. Un’altra storica Scuola Primaria (che risulterebbe soppressa secondo lo schema dei Dirigenti Scolastici) schierata a difesa della delibera di Giunta che garantisce la sua esistenza. Sindacati che lamentano di non essere mai stati ascoltati e rilevano il pericolo concreto che questi piani di dimensionamento possano determinare la perdita di posti di lavoro e la messa in stato di mobilità di personale amministrativo e di docenti. La Commissione Scuola del Consiglio Comunale che si mette in moto con l’audizione dei Dirigenti Scolastici. La polemica politica quando manca un semestre alle elezioni comunali. La preoccupazione di docenti, personale scolastico, cittadini.

Caro Sindaco e cari Dirigenti, sapete bene che non esiste alcuna norma che in questo momento obblighi la Città di Vittoria a proporre un piano di modifica dimensionale delle Scuole cittadine. Il decreto assessoriale n. 2731/2015 si limita a stabilire che le proposte di dimensionamento devono ispirarsi se possibile alla formazione di istituti comprensivi con un numero di alunni in questa fase non inferiore a seicento.

Questo requisito necessario a mantenere l’autonomia (600 alunni) è posseduto da tutte le 9 Scuole del nostro Comune, mentre esiste una legittima preoccupazione per l’I.C. Leonardo Sciascia di Scoglitti a causa dei processi migratori che interessano quella Frazione nel cui ambito la Scuola è la sola istituzione educativa e di socializzazione oltre alla Chiesa parrocchiale.

Lungi da me una minima enfasi sul mantenimento dello status quo. La Scuola è immersa nella dimensione del mutamento e una proposta di piano di dimensionamento che andasse oltre l’unica reale necessità (la difesa dell’autonomia dell’I.C. Sciascia) sarebbe stata percorribile e addirittura auspicabile ma solo a determinate condizioni.

Una condizione di merito. Un piano di dimensionamento non è un teorema geometrico o una partita di Risiko ma un grande procedimento di riordino che riguarda l’intera Città. Un procedimento che culmina in un atto (la proposta della Giunta Comunale) ma che ha il suo antecedente logico in una lettura seria del territorio, delle sue risorse e criticità e nella (conseguente) formulazione di una proposta che in maniera trasparente dia conto alle Scuole ma soprattutto ai cittadini dei suoi benefici: riduzione della spesa pubblica per le sedi scolastiche ed economie di scala; possibile aumento di posti di lavoro e comunque non compromissione di quelli esistenti; interazione dei ruoli formativi nei quartieri; riduzione delle distanze e benefici ambientali; riduzione delle classi pollaio. Si tratta solo di esempi.

Una condizione di metodo. Un piano di dimensionamento interessa la Città intera e proprio per questo la sua elaborazione richiede un confronto serrato con le principali componenti cittadine. La Regione ha richiesto ai Comuni una concertazione preliminare con la Comunità Scolastica e le OO.SS. ma a mio parere è auspicabile e necessario un confronto a 360°: i docenti e gli studenti con i loro familiari innanzitutto, ma anche componenti istituzionali (a partire dai gruppi consiliari) e politiche, associazioni, comunità ecclesiali, ordini professionali, rappresentanze di categorie.

Mi rifiuto di pensare, caro Sindaco, che Tu possa non condividere questa duplice esigenza. Ho serie difficoltà quindi a capire la ragione per cui hai ritenuto di far adottare dalla Giunta Comunale un piano mai prima presentato alla Comunità Scolastica e Civile, e comunque autoreferenziale in quanto carente di qualsiasi elemento di merito tra quelli prima descritti che potesse giustificarne l’adozione.

Analogamente, non comprendo, se non come reazione e (positiva) provocazione alla proposta della Giunta, quella alternativa redatta da molti Dirigenti Scolastici.

Non io (che non ho nessun titolo) ma i cittadini di questa Città, che sono stati studenti e che adesso sono papà, mamme, familiari di studenti, docenti, operatori della Scuola, hanno il diritto di sapere per quali ragioni secondo la Giunta Comunale debba essere soppressa la Scuola Media Statale Vittoria Colonna e secondo molti Dirigenti debba essere soppresso il Secondo Circolo Giuseppe Caruano. Hanno il diritto di sapere che senso abbia accorpare nella stessa Scuola sedi poste agli estremi della Città e che proprio nulla hanno in comune. Hanno il diritto di conoscere quali benefici queste operazioni determineranno sulla spesa comunale e il miglioramento delle sedi e delle opportunità per gli studenti e hanno diritto a dati precisi e non a petizioni di principio. Hanno soprattutto diritto di essere rassicurati circa il fatto che queste operazioni non comporteranno la perdita di un solo posto di lavoro o l’apertura di processi di mobilità perché questo non possiamo proprio permettercelo.

Caro Sindaco e cari Dirigenti Scolastici, non è mai troppo tardi per ritornare ad incontrarsi, a discutere, a confrontarsi, soprattutto quando in discussione c’è una parte del cuore pulsante di questa nostra Città, quello della Scuola. Tu stesso, Sindaco, sei anche un docente, un uomo di Scuola.

Si metta da parte ogni ostacolo che alimenta divisione allontanando l’unità. La Giunta Comunale, sulla cui buona fede non nutro alcun dubbio, proceda alla revoca delle delibere 397 e 416 con cui è stato adottato il piano ed anche i Dirigenti Scolastici abbandonino la loro proposta. Sia abbandonato ogni scontro politico. Si ritorni al confronto. Si faccia subito, con il buon senso di tutti, una delibera con un ambito limitato alla difesa dell’autonomia dell’I.C. Leonardo Sciascia per l’A.S. 2015/16 e contestualmente si apra una grandissima concertazione cittadina sulla proposta di dimensionamento che il Sindaco, la Giunta, l’Assessore all’Istruzione, anch’egli uomo di Scuola di indubbia esperienza, sentiti i pareri della Commissione Consiliare Scuola, ritenessero di proporre.

Non è un lodo, non ne ho alcun titolo. Consideratela una delle mille voci della Città.

Cordialmente                                                                                                    

Avv. Piero Gurrieri   

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it