ATTO AZIENDALE ASP DI RAGUSA

E’ stato deliberato, con una ulteriore rimodulazione, l’Atto Aziendale dell’ASP di Ragusa, diverso da quello presentato ultimamente ai sindacati, legato all’azione dei sindaci e della politica, che fa affiorare un quadro generale basato più sulle spinte municipalistiche che sulla funzionalità dei servizi sanitari, e che vede il Manager Maurizio Aricò sballottolato a destra e a manca.
L’attuazione con modifiche del piano di rimodulazione della rete ospedaliera e territoriale, varato dalla Regione con D.A. n. 46 del 14/1/2015, sta andando verso l’applicazione di una “Balduzzi manovrata” che rischia di non raggiungere gli obiettivi di efficienza, efficacia e di ottimale gestione del sistema sanitario provinciale.
La messa in discussione della centralità del nuovo ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, che subirà la spoliazione di alcune discipline, non è certamente utile a recuperare l’attuale frammentazione provinciale delle prestazioni sanitarie, ma può aggravare la situazione, se si aggiunge all’attuale debolezza della medicina territoriale e del sistema di emergenza e urgenza.
La Direzione Strategica dell’Asp 7 dunque si sta assumendo la responsabilità e il pesante compito di attuare l’integrazione ospedaliera e l’integrazione ospedale-territorio attraverso una sanità diffusa in tutta la provincia, che deve assicurare i livelli essenziali di assistenza e le prestazioni sanitarie, secondo gli standard e i programmi regionali e nazionali.
La Funzione Pubblica CGIL ritiene che l’Atto Aziendale deve essere equilibrato ma non parcellizzato, e deve fare riferimento come dice il regolamento Balduzzi, a presidi ospedalieri, ovunque siano ubicati, che assicurano centralità in merito a discipline di eccellenza e a servizi sanitari di diagnostica altamente tecnicologici.
Sulla base di questo discende il discorso sulla pianta organica, nei confronti della quale rileviamo un incremento del personale della dirigenza medica, sanitaria, tecnica ed amministrativa, a cui non corrisponde proporzionalmente un incremento di personale del comparto.
Pertanto operatori quali infermieri, Oss, fisioterapisti, tecnici di laboratorio e di radiologia medica, tecnici della prevenzione, personale del registro tumori e addetti alla manutenzione, non hanno raggiunto proporzioni numericamente significative per assicurare standard assistenziali adeguati.
Ribadiamo il principio di non condividere la dichiarata esternalizzazioni di Unità Operative e/o servizi, richiamato peraltro dalle linee di indirizzo regionali e dalle risoluzioni in esse contenute, nonché dall’art.21 della L.r n.5/2009.
Apprezziamo e prendiamo atto che la Direzione Generale dell’Asp ha incrementato la dotazione organica di 652 unità, prevedendo i posti per la stabilizzazione dei contrattisti e il passaggio a full-time di tutto il personale di ruolo attualmente a part-time.
Il nostro giudizio, alla luce delle ultime novità, rimane sospeso tra positività e negatività presenti nell’azione del Manager Maurizio Aricò.
Ci riserviamo insieme alla segreteria regionale del nostro sindacato di intervenire presso l’Assessorato della Salute.

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