PICCOLA FLOTTA DI GOMMONI PARTE DALLA LIBIA. LA POLIZIA FERMA 4 SCAFISTI AL LORO ARRIVO A POZZALLO.

500 a bordo di 4 gommoni salpati dalla Libia, le indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di : DRAMMEH Lamin nato in Senegal il 18/05/1976, MANNEH Baboucarr nato in Gambia il 08/06/1997, TRAWALLY Sulayman nato in Gambia il 21/04/1996 e FAYE Oheikh Tidiane, nato in Senegal il 10.02.1974.

I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Alle ore 12:20 del 09/08/2015 l’unità navale “Diciotti” CP 941 intercettava un gommone con a bordo 124 migranti diretti verso le coste italiane. Dopo una ricognizione veniva quindi dichiarato evento SAR e si procedeva al trasbordo dei migranti che risultavano essere 87 uomini, 30 donne e 7 bambini.

Al termine delle operazioni di salvataggio dei migranti la nave “Diciotti” CP 941 effettuava altri 3 soccorsi a breve distanza, per poi dirigere la propria rotta verso il porto di Pozzallo dove giungeva alle ore 08:30 del 10.08.2015. Non appena arrivati, i migranti venivano rifocillati e trasferiti in parte al C.P.S.A. ed altri in diversi centri della penisola.

 

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di Ordine e Sicurezza Pubblica non hanno avuto alcuna problematica, nonostante i quasi 500 migranti da far sbarcare ed un numero pari da trasferire.

La Polizia di Stato ha coordinato le diverse entità che compongono la macchina organizzativa, al fine di prevedere per tempo l’impiego di risorse specializzate atte a sostenere le esigenze per lo sbarco.

Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dal CPSA ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti, complessivamente ieri sono state movimentate quasi 500 persone, tra chi è stato fatto scendere, chi è subito partito e chi è stato traferito.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e tanti minori alcuni in tenerissima età.

Alle procedure hanno partecipato tra altri 40 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse,  dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza più ospitali.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati e oggi continueranno fino al termine delle procedure previste.

Il servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica è già stato predisposto per un nuovo sbarco che giungerà nelle prossime ore, al più tardi domani mattina.

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione, di un’aliquota della Guardia Costiera, una di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini in meno di 16 ore.

Quando vengono soccorse più unità navali, il lavoro per la Polizia è complicatissimo, in quanto il più delle volte, a bordo delle navi che conducono in porto i migranti, gli stessi si mischiano tra loro e non si riesce più a capire in quale gommone hanno effettuato il viaggio.

Con non poche difficoltà e grazie anche a chi aveva proceduto al soccorso, gli investigatori, unitamente ai migranti, hanno individuato i testimoni e piano piano sono riusciti a ricostruire le dinamiche dei diversi viaggi.

I gommoni sono salpati dalla Libia quasi contemporaneamente ed hanno viaggiato fianco a fianco per una parte del tratto di mare interessato dalla rotta.

Per diversi motivi, si sono poi persi di vista ma si sono poi ritrovati a bordo della nave soccorritrice.

Gli scafisti sono stati assoldati dai libici per poche centinaia di dollari, mentre i passeggeri hanno pagato in media 1.000 dollari, portando così alle casse degli organizzatori quasi mezzo milione.

I testimoni oltre ad aver indicato gli scafisti dei diversi gommoni soccorsi, hanno riferito di violenze inaudite sotto la minaccia dei libici, quando ancora nei capannoni prima della partenza e durante il viaggio, da parte degli stessi scafisti.

Una giovane madre con due piccoli in braccio ha riferito che uno degli scafisti ha minacciato di gettarle i bambini in mare se avesse chiesto nuovamente dell’acqua da bere. La donna in lacrime si quasi giustificata con i poliziotti che la stavano sentendo a verbale “io avevo chiesto l’acqua per i bambini non per me”.

Anche questi sono elementi utili alle indagini, in quanto permettono di contestare agli scafisti l’aggravante prevista dal testo unico sull’immigrazione, ovvero quella di aver sottoposto a trattamento inumano e degradante i migranti.

Al termine degli accertamenti di Polizia Giudiziaria tutti gli scafisti sono stati condotti in carcere mentre i testimoni sono stati messi in strutture protette in attesa della loro partecipazione al processo.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

 

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 89 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

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