COOP RINASCITA: ANCHE I COCCODRILLI PIANGONO!

La crisi della Cooperativa Rinascita nasce all’interno di un processo in cui si intrecciano diversi fattori esterni ed interni, maturati nell’arco degli ultimi anni. In gran parte essi sono collegati alle dinamiche dei processi economici che la globalizzazione induce, ma sicuramente entrano in gioco anche le condizioni in cui la Cooperazione è stata lasciata a marcire in Sicilia dai Governi di questa Regione, che hanno inesorabilmente cancellato ogni forma di sostegno alle attività agricole, singole o associate.

Rispetto alle spinte dissolutive che nel tempo si sono manifestate vanno anche considerate il modello individualista dell’assetto cooperativo in Sicilia e le decisioni assunte in sede nazionale da Lega Coop, che ha optato per l’autonomia organizzativa della cooperazione commerciale rispetto alla cooperazione di produzione e lavoro.

La solidarietà di un tempo si è trasformata in separazione. Le coperative di produzione del Sud producevano, isolate tra di loro e deboli complessivamente, mentre le scelte commerciali della Coop nazionale si spingevano sino alla ricerca di prodotti concorrenti in Tunisia, Egitto, Marocco, Turchia.

In queste condizioni il destino delle Coperative di produzione siciliane e meridionali era segnato. Ora nessuno pianga lacrime di coccodrillo. Era stato tutto detto, tutto descritto, tutto ribadito.

Quando poi la stessa democrazia partecipativa dei produttori al governo delle operative si rinsecchisce e vengono fuori gestioni solitarie, allora tutto scivola verso la dissoluzione, la gestione personalistica, gli errori e gli approfittamenti

Io posi a tempo, come uomo del mondo agricolo, queste questioni e ci fu un tempo in cui mi si proibi’ di mettere piede alla Coperativa Rinascita. Fui poi costretto da Sindaco a chiudere il Box al Mercato della Rinascita perché lì la Doppia Attivita’ era la regola, come tra i peggiori lanzichenecchi che popolavano la commercializzazione.

Ora il cerchio si è concluso. Del resto i fallimenti attraversano l’economia di Vittoria da 8 anni. Alcuni ipocriti, impegnati nelle feste e nei festini, se ne accorgono solo ora, per farci la piccola speculazione. Ma il vero tema è la CRISI. Quella nera, quella del sistema globale, quella della Doppia attività, quella del taroccamento delle produzioni importate nottetempo dai Paesi esteri. Da questa analisi bisogna ripartire. Si asciughino le lacrime i coccodrilli e pensino alla gente, che perde il lavoro, non alle feste inutili e ai soldoni spesi per politiche scellerate.

Per la Rinascita mi sono speso ancora ultimamente, con discrezione, proponendo nelle sedi responsabili un progetto di rilancio fondato su alcuni parametri innovativi, sulla ricomposizione democratica interna, nel rispetto dei ruoli, sulla gestione controllata del patrimonio con finalità sociali interne, per il rilancio della struttura. Anche se le picconate interessate sono troppe, ci può essere ancora un margine di recupero. Ma sia Lega Coop ad assumere le sue responsabilità. I Dirigenti locali, provinciali, regionali e nazionali della Lega lo devono tentare. Lo devono alla Città di Vittoria, ai serricultori, ai lavoratori. I sacrifici servano a ricostruire, non siano sconfitta e solo sconfitta. (s.v.)

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