È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
INAUGURATO IL TORNEO DI CALCIO DI CAVA D’ALIGA
27 Lug 2015 16:18
Ieri sera, domenica 26–07–2015, a Cava d’Aliga (ormai mi sento l’inviato estivo dalla frazione sciclitana, e al lettore suggerisco la lettura ironica dei miei scritti in tal senso) si è svolta la partita di inaugurazione del torneo di calcio su sabbia. Appuntamento ormai consueto dell’estate cavadalgese, con impegno e altruismo, viene condotto sino alla preventivabile riuscita finale dal patron Giuseppe Arrabito (forse idealmente un vero e proprio “sinnicu” riconosciuto della borgata rivierasca). Non mi intendo per nulla di calcio, e ogni anno non seguo che qualche azione sul campo-arenile, tuttavia riuscendo a cogliere la bontà spettacolare di qualche gesto atletico. Ciò che senz’altro riconosco, ed è poi cosa del resto manifesta in chiunque si affaccia a Cava d’Aliga nel periodo in cui è perdurante il Torneo, è l’utilità sociale dell’evento. Ed è in funzione di tale rilievo che scrivo l’articolo, laddove l’interesse sportivo non sussiste e il rapporto amicale con l’organizzatore (comunque da me tenuto in conto) forse non basterebbe. Un articolo disinteressato e non perorato da alcuno, dunque.
Quest’anno la celebrazione inaugurale è stata corredata anche da ulteriori aspetti spettacolari, artistici prima ancora che ludici, arricchendo la manifestazione con una esibizione di ballo (sempre su sabbia!, mi sembra opportuno ricordarlo). Ne traggo che l’organizzatore Arrabito si sia sforzato di rendere l’evento ancor più piacevole per aprirlo alla maggiore attenzione di coloro che di calcio s’intendono meno. Lodevole intento da considerarsi conseguito nel merito. A proposito di merito, in altro senso però, occorre rilevare che esso è ancor più rilevante, in un momento di assenza delle rappresentanze politiche (di alcune si fa volentieri a meno, devo ammettere! Anzi, se volessero astenersi dall’intervenire nella societas anche in futuro, non me ne lamenterei). È da considerarsi con grande favore che l’ambito degli spettacoli rivolti al pubblico siano prerogativa assunta come incarico da individualità private, ed è da sperarsi che tale tipo di “servizi” anche in futuro sia pertinenza esclusiva dell’investimento privato (in contraltare, la P. A. dovrebbe solo intervenire per facilitare gli iter burocratici e il rilascio delle concessioni in senso lato). L’impegno degli organizzatori del torneo di Calcio – ecco il servizio sociale di cui scrivevo all’inizio – è utile a operare delle distinzioni, di valutazione, che le rappresentanze politiche dovrebbero porre all’ordine del giorno delle proprie discussioni più serie e urgenti: dove l’iniziativa individuale-privatistica è da incentivarsi, dove non lo è? Non lo è senz’altro in rapporto a un impegno nei servizi essenziali. La pulizia delle spiagge, pur assumendo la fisionomia di una utile mutualità, ha delle controindicazioni che spingono all’anarchismo insurrezionale (quando i singoli cittadini, individualmente o in comitiva, decideranno in autonomia di sopperire alla mancanza della P. A. riguardo l’ordine pubblico, forse ce ne renderemo conto. Pensate a un comitato per la preclusione dell’utilizzo della via pubblica agli scooteristi senza casco non fermati dalla polizia municipale, o – più tardi – per l’impedimento della deambulazione in spiaggia di coloro che “ci stanno antipatici”).
Se sono i tempi a generare gli uomini adeguati a rappresentarli, oggi nella microparcellizzazione imposta dalla sfrenata democrazia dei social, solo sciagurate rappresentanze politiche unipersonali (individuali più che individualistiche) possiamo prefigurarci. Salvini per ora raggruppa qualcuno solo perché profferisce banalità buone per pochi-molti, ma è un residuo di tempi andati e non durerà troppo. Il grillesco “Ognuno vale uno” assume il tono di un profezia millenarista dai risvolti distopici. Giù, al bar, tutti sanno come risolvere la Crisi Greca, questo è il punto. Per cui mi sembra superfluo far presente che, tra chi pulisce la spiaggia per spinta mutualistica-ideale-autonoma, e chi suggerisce di costringere chi vi sarebbe obbligato per legge, preferisco questi ultimi. È superfluo precisarne le ragioni per una serie di motivi in larga misura immaginabili, e – in conclusione – non occorre neanche ricordare perché all’inizio di questo articolo ho cominciato lodando l’impegno del privato che si muove (bene!) nel proprio ambito.
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