SUL PIANO DI RIEQUILIBRIO DI SCICLI E LE NUOVE INSPIEGABILI PREOCCUPAZIONI

Riteniamo doveroso intervenire sulla annunciata rimodulazione del Piano di Riequilibrio pluriennale quali membri dell’ultima Giunta di Scicli, quella che lo ha condotto in porto, viste oltretutto  certe confusioni che non garantiscono la piena comprensione dell’argomento ai nostri concittadini.

Per prima cosa, desideriamo premettere che rimodulare un Piano di Riequilibrio rientra nella piena autonomia di una nuova amministrazione entro sessanta giorni dall’insediamento, in base ai nuovi  programmi politici adottati da tale amministrazione. Se i Commissari hanno la “responsabilità politica” dell’ente che governano ed emanano un nuovo  programma di atti da porre in essere, essi possono variare il Piano.

Noi stessi nel dicembre del 2014 abbiamo proposto la rimodulazione del piano di riequilibrio approvato il 3 settembre 2014, dopo aver approvato gli storni e le variazioni di bilancio, per adeguarlo al famoso D.L. 66/2014 con il quale si sarebbero potuti pagare  i crediti vantati delle imprese nei confronti del Comune. Con la successiva approvazione del Consiglio Comunale si decretò la fine, per il Comune di Scicli, dell’epoca dei debiti nascosti nei cassetti, procedura che ha condotto al dissesto finanziario tanti Municipi italiani, specie nel sud.

Per secondo punto, affrontiamo la richiesta dei mutui per il pagamento dei debiti fuori bilancio relativi alle sentenze esecutive per espropri riconosciuti dal Consiglio  Comunale. In merito a questa vicenda occorre sottolineare che il Responsabile finanziario del Comune di Scicli già ai primi del dicembre 2014 aveva avviato le relative procedure. Infatti, il 19 dicembre 2014 la Cassa Depositi e Prestiti rispondeva con una nota chiedendo notizie in merito alla approvazione del Piano di Riequilibrio da parte della Corte dei Conti, condizione necessaria per la concessione dei mutui.

Apprendiamo ora da una nota stampa del Comune (dove in verità   non si parla di alcun atto ufficiale del Ministero degli Interni) che non essendovi l’erogazione delle somma da parte della Cassa depositi e prestiti il Ministero non ha ancora approvato il piano.

Se così è, assistiamo ad un burocratico gioco del cane che si morde la coda a spese di una Comunità che in pochi mesi è stata capace di buttare fuori gli scheletri dagli armadi (leggi:  residui passivi e attivi) e saputo risanare i propri conti. Noi riteniamo proceduralmente corretta la richiesta della Cassa Depositi e Prestiti: prima si renda effettivo il piano e subito dopo vi daremo i soldi. Così è infatti avvenuto per tanti altri enti locali.

Sono questi i casi nei quali i rappresentanti del territorio solitamente intervengono presso i Dipartimenti Ministeriali competenti per verificare e facilitare, fornendo eventuali chiarimenti,  l’iter delle pratiche in corso.  Infatti, la senatrice Padua così si è comportata a favore dei comuni di Pozzallo e di Comiso, dove è stato necessario – addirittura – un intervento di carattere legislativo dell’esponente Pd. Perdura, invece, il più completo silenzio sulle vicende che riguardano Scicli.

Terzo, continuiamo a pensare che la strada del finanziamento della Cassa depositi e prestiti rappresenti il modo migliore per pagare gli anzidetti debiti fuori bilancio (circa 5 milioni e mezzo di euro), perché ciò garantisce un trasferimento di nuove somme a tassi d’interesse molto vantaggiosi e con un ammortamento ultradecennale, nonché la copertura in parte capitale.

Ancora, la scelta di pianificare su quattro anni (anziché su tre, come erroneamente riportato da chi scrive  senza neanche conoscere neanche le carte) è finalizzata a garantire una pronta uscita del Comune di Scicli da una condizione di straordinarietà (appunto quella data dal piano), perché questa condizione  comporta vincoli molto pesanti per la cittadinanza  (soglia minima del 36% per servizi a domanda individuale, copertura integrale di altri servizi a spese degli cittadini-utenti, ecc.). Ecco dunque che ora è comprensibile tutti o almeno a coloro che vogliono comprendere la ragione delle cose, perché spalmare la procedura di risanamento in dieci anni sarebbe un disastro per la Città.

Scicli, insomma, è ora certamente in grado  di uscire nei tempi previsti dalla straordinarietà finanziaria. D’altro canto, che il piano pluriennale fosse in equilibrio così come i successivi bilanci del Comune di Scicli (quello previsionale 2014 ed il recentissimo rendiconto 2014 varato dagli stessi Commissari) è certificato dai Revisori dei Conti negli allegati tecnici agli anzidetti strumenti finanziari anzidetti sulla veridicità dei quali, proprio i revisori contabili conservano piena responsabilità civile, penale ed amministrativa.

Il dato storico inconfutabile, oggi, è che il Piano di Riequilibrio varato quasi un anno fa ha evitato il fallimento del Comune di Scicli ed anche i Commissari lo hanno già usato innanzi al Ministero degli Interni ed alla Corte dei Conti come argomentazione a sostegno della loro politica di risanamento.

Tutto bene, dovrebbe concludersi, mentre, al contrario, sorgono nelle ultime ore alcune fortissime preoccupazioni. Infatti, perché mai i Commissari annunciano di volerlo rimodulare, mentre occorrerebbe per prima cosa dare seguito alle azioni di sgravio di spesa dell’Ente previsti nel Piano, ovvero: alienazioni degli immobili e dei beni strumentali superflui, eliminazione dei gravosi fitti passivi,il recupero dei crediti vantati nei confronti di Modica, Ispica e Pozzallo e…. molte altre ancora.

Sembrerebbe di poter affermare a questo punto, e con vera  apprensione, che la rimodulazione annunciata e le azioni di risanamento non ancora effettuate dagli Amministratori Straordinari del Comune di Scicli vadano nella direzione di accedere all’oneroso  “fondo di rotazione “, con tutto ciò che questo comporta. Di fatto, si tratterebbe di un default controllato, con conseguenze estremamente pesanti che vanno dai licenziamenti di gran parte del personale (senza poter rimpiazzare in nessun modo con assunzioni di personale giovane e qualificato ) ,  aumento alle massime aliquote di tasse e tributi, riduzione dei servizi, soprattutto per fasce deboli. E perché mai, se il Piano di Risanamento e i conti comunali, come certificato dagli stessi Commissari, sono a posto?

Infine, non comprendiamo nemmeno certi interventi via stampa da parte di rappresentanti locali di partiti politici, e meno che mai da parte di chi, a suo tempo, fu invitato ad esprimersi sul Piano di riequilibrio e sulle aliquote TASI, facendo  scena completamente muta all’incontro tenutosi presso il Municipio.

Chi sono e quanti sono, in definitiva, coloro che desiderano mandare a picco la Città  di Scicli per dimostrare che un Comune, disastrato dalla vecchia politica, non può essere salvato in pochi mesi da persone non politicizzate  sostenute da un Consiglio responsabile, tutti uniti dall’obiettivo del  bene della Città e dei Cittadini? Costituirebbe forse un temibile contagio?

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