DISASTRO E INQUINAMENTO AMBIENTALE A RANDELLO

Il Comitato Randello Libera, che si batte da sempre per rendere libera dalla violenza della mano dell’uomo una zona di grande pregio ambientale, che, con le sue “Dune consolidate”, è Sito di Interesse Comunitario (La zona è Sito di Interesse Comunitario -ITA080004 Punta Braccetto- Contrada Cammarana- ai sensi della Direttiva Habitat per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali identificati come prioritari dagli Stati dell’Unione Europea), denuncia oggi, con un grido d’allarme, che “Tuboldia”, è ancora da estirpare e sconfiggere, ramificata come le metastasi di un cancro che rovinano il corpo di un uomo fino ad ucciderlo. Scrive il Comitato: <Con il video documento “TUBOLDIA DISCARICA RANDELLO” avevamo denunciato pubblicamente, che, in stato di abbandono, quasi seppelliti sotto la sabbia finissima, a fare da velenosa compagnia alle specie endemiche tutelate ed alla fauna selvatica da preservare, centinaia e centinaia di tubi di plastica per irrigazione, con annessi manicotti e vari accessori, versano ormai in stato di disfacimento. Apparentemente la denuncia sembrava non aver avuto seguito, chi doveva sentire, la Provincia, l’Amministrazione Comunale di Ragusa, hanno fatto finta di non sentire o di non capire. Poi ci erano arrivate diverse segnalazioni che ci informavano che l’Azienda Forestale, il soggetto che evidentemente negli anni aveva posizionato quei tubi e successivamente li aveva lasciati marcire tra le dune, stava effettuato un’azione di bonifica. Ce ne siamo comunque rallegrati, ed il fine settimana appena trascorso siamo andati a vedere lo stato dell’arte. A prima vista l’area dunale ovest, che risultava dall’impatto visivo più sconvolgente nel video denuncia, appare bonificata, da essa sono stati asportati chili e chili di tubi ormai in avanzato stato di decomposizione. Ma appena ci si inoltra a monte, la situazione non è cambiata minimamente; anzi è ancora più preoccupante. La sezione dei tubi aumenta e nel retro duna le immagini che si presentano sono veramente preoccupanti. Via Via che ci spostavamo verso est verso i canalotti, tra panorami dunali con scorci di vista del mare africano bellissimi, la presenza mefitica di tubi e manicotti si è accompagnata alla struggente e penosa visione di decine di alberelli morti appena piantati unita alla vista veramente oscena di piantine buttate a seccare ancora nei sacchetti di contenimento da vivaio senza essere mai piantati. Uno scempio senza fine che turba oltre modo>. Finché la grave situazione di abbandono in cui versa la meravigliosa area di Randello, non sarà risolta, il Comitato continuerà la sua lotta, denunciando e facendo capire, agli enti, a gli organi competenti che Randello deve essere liberata da questo scempio. Prima di tutto perché è un’area SIC, ma soprattutto perché non è possibile che l’uomo distrugga spiagge, e/o altri siti, patrimonio di tutta l’umanità. Così come nessuno di noi vorrebbe che le nostre case fossero invase da spazzatura, anche i beni comuni, tutti, quindi anche le spiagge, devono essere trattati con rispetto. Chi non rispetta l’ambiente o gli animali, è difficile che riesca a rispettare se stesso e gli altri esseri suoi “simili”!

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