SUL VOTO CONTRO IL DDL SULLE PROVINCE

Le Province resistono ancora, nonostante l’azione riformatrice avviata qualche anno fa dal Governo Crocetta. E’ il commento che arriva dall’on. Orazio Ragusa dopo che la legge riguardante l’istituzione dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane è stata soppressa dal voto d’aula, ieri pomeriggio all’Ars. “La maggioranza in aula è crollata – dice l’on. Ragusa – molti franchi tiratori hanno approfittato della circostanza del voto segreto per fare cadere l’impalcatura dell’intera legge. Ora ci sarà la proroga dei commissari delle ex Province ma quanto accaduto deve fornirci gli spunti per migliorare nell’interesse della collettività siciliana. Quali spunti? Intanto, questo disegno di legge non è apprezzato da tutte le forze politiche e, cosa ancora peggiore, da alcune tra quelle presenti all’interno della maggioranza. Significa che per ritrovare un minimo di equilibrio politico, impedendo quel monopolio, anche decisionale, che ha determinato una sorta di irrigidimento difficile da superare, occorre attuare un confronto più esteso, più dinamico, capace di coinvolgere i riottosi al nuovo. E’ stato possibile percepire una sorta di arrendevolezza tecnica che, di fatto, ha compromesso la pianificazione del Governo. E adesso il presidente Crocetta dovrà prenderne atto se non vorrà arrendersi e se intende portare a compimento questo ambizioso progetto. Che, però, secondo me, deve essere rivisto su basi completamente nuove. La politica, nella giornata di ieri, ha espresso una propria legittima convinzione. E cioè che questa operazione dei liberi consorzi non sia ottimale. Ecco perché sostengo che quanto accaduto deve rappresentare una opportunità. Anche e soprattutto per le scelte da compiere in futuro. In difesa, magari, delle prerogative di enti sovracomunali, quali erano le ex Province, che gestivano competenze importanti per la collettività (ricordo, ad esempio, il servizio igienico-sanitario per i disabili ma non dimentichiamo neppure la manutenzione stradale e altro ancora) che, trasferite altrove, non hanno reso come avrebbero dovuto. Quindi, nonostante l’assessore regionale agli Enti locali abbia presentato una norma con contenuti molto interessanti in cui ha avuto modo di esprimere molto della sua sapienza tecnico-politica, il fatto che non si sia arrivati alla definizione di questo percorso in aula deve rappresentare lo slancio per la creazione di un nuovo panorama che, ad esempio, non frustri la posizione dei piccoli consorzi, eliminando la subalternità di questi ultimi rispetto alle città metropolitane che sarebbero di certo favoriti nell’aggiudicazione di fondi per interventi strutturali rispetto a realtà più piccole, ma con una loro precipua dignità, come il Libero consorzio comunale di Ragusa. Un panorama, insomma, che deve costituire una opportunità tutta politica. Soltanto così si potrà arrivare alla giusta strada da imboccare”. Per l’on. Ragusa, quanto accaduto ieri pomeriggio in aula “è la formalizzazione di uno stato d’animo della popolazione siciliana nei confronti delle ex Province, uno stato d’animo di cui non siamo ancora riusciti a liberarci. A livello inconsapevole, inconscio, infatti – continua il deputato regionale – le ex Province restano ancora ben salde nell’immaginario collettivo. Mentre il timore dell’ignoto, il salto nel buio rappresentato dalla creazione dei Consorzi, continua a frenare l’adozione di questo nuovo processo. Per non parlare, infine, di un altro aspetto che non si può sottacere. Quello umano. Cioè la necessità di salvaguardare il grande patrimonio professionale rappresentato dal personale delle ex Province e che non può essere liquidato in maniera fredda da una norma. Sono tutti aspetti su cui, secondo me, occorrerà trovare una sintesi”.

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