PROGETTO I ART. SI CHIAMA SERENA LOBORANTE L’ “ARTIST IN RESIDENCE” ASSEGNATA A MODICA

Si chiama Serena Laborante, l’artista e scenografa genovese, assegnata a Modica nell’ambito del progetto I ART.

L’ente è tra i ventinove comuni isolani aderenti al progetto e che  riunisce in Sicilia, provenienti da varie parti d’Italia e d’Europa, i trenta giovani artisti di “Artist in Residence”.

L’artista genovese, avrà residenza d’artista lungo tutto il mese di aprile, sarà impegnata per quattro settimane a reinterpretare l’identità locale e il genius loci secondo il linguaggio pluriforme dell’arte contemporanea.

La presenza di Serena Laborante che si appoggia, al Co.CA di Modica, ovvero l’archivio di arti contemporanee, da occasione per approfondire il tema attuale della sua ricerca artistica: la memoria, in particolar modo la memoria legata ai riti e alle tradizioni.

Propone un’ opera (200×300 cm) composta da tre immagini raffiguranti scene estratte da alcuni momenti di una processione. L’opera è ispirata alla ricchezza del patrimonio culturale immateriale della Sicilia, in particolare a quello delle pratiche rituali. Quello che le interessa studiare e raffigurare è come le persone si preparano e partecipano a tali pratiche liturgiche. Puntando la sua ricerca artistica sul discorso della memoria e su come le persone immagazzinano e custodiscono i propri ricordi, la sua opera illustrerà scene di avvenimenti reali, custodi e testimoni di una ritualità che ciclicamente nasce dalla memoria, aiuta la rievocazione e si fa nuovamente memoria. Le scene rappresentate non avranno solamente soggetti religiosi ma rappresenteranno anche la devozione popolare. L’opera sarà realizzata a matita, fusaggine ed inchiostro su carta.

“Quello che mi interessa studiare e raffigurare, spiega l’artista genovese, è come le persone si preparano e partecipano a tali pratiche liturgiche, quindi i comportamenti rituali legati al culto. Puntando la mia ricerca artistica sul discorso della memoria e su come le persone immagazzinano e custodiscono i propri ricordi, ecco che la mia opera illustra scene di avvenimenti reali, custodi e testimoni di una ritualità che ciclicamente nasce dalla memoria, aiuta la rievocazione e si fa nuovamente memoria”.

 

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