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PER USCIRE DALLA CRISI CI VUOLE LAVORO, LAVORO… LAVORO
01 Feb 2011 20:06
Per uscire dalla crisi ritengo che sia necessaria un’azione sinergica da parte di tutte le parti in causa, politica, banche, imprese e lavoratori e che la ricetta sia lavoro… lavoro e lavoro, e la condizione per farlo e poterlo avere.
Lo afferma Francesco Dimartino, geometra libero professionista, costruttore edile e referente dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) per il Comune di Santa Croce Camerina.
Perché se è vero che il settore agricolo piange, quello edile non ride. La politica cerca di intervenire. Geometra Dimartino, con quali risultati?
“Le rispondo facendo riferimento sempre al settore in cui opero:
La Regione Siciliana ha ultimamente varato il “Piano Casa” che nelle intenzioni del Legislatore doveva sbloccare il settore edilizio ormai in crisi da diversi anni.
Il fallimento è stato totale e su tutti i fronti.
Infatti, questa Legge che doveva permettere ai cittadini di ampliare e/o sopraelevare la propria casa non ha tenuto in nessuna considerazione i limiti ed i vincoli imposti dalla normativa sismica, riducendo così drasticamente ai soli proprietari di case isolate i vantaggi proposti dalla stessa.
Inoltre i previsti incrementi volumetrici previsti dal “Piano Casa” nel caso di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti sono riferiti alle volumetrie esistenti e non a quelle consentite.
Il risultato del “Piano Casa”, che doveva diventare panacea del settore, è che nel Comune di S. Croce Camerina nessuno ha presentato progetti acquisendo i vantaggi dallo stesso promessi.
Tutto ciò succede perché molte volte coloro i quali legiferano sono lontani dal territorio e dalle problematiche pratiche ad esso connessi e questo vale per tutti i settori.
D. Negli ultimi 3-4 anni si è evidenziato un boom di appartamenti invenduti, ma i prezzi non scendono: perché?
“I prezzi degli immobili, nonostante la crisi dell’ultimo triennio, sono rimasti pressoché invariati nonostante la stretta sulla concessione dei mutui e del peggioramento della qualità del credito erogato da parte delle banche.
I prezzi non scendono in quanto nonostante la crisi le imprese hanno visto lievitare i costi di costruzione e gli oneri contributivi e di sicurezza per la manodopera.
Quindi un’eventuale discesa dei prezzi avrebbe comportato il rischio di azzerare eventuali utili di esercizio e l’impossibilità finanziaria di garantire alle imprese stesse un razionale e corretto prosieguo dell’attività.
Si è invece registrato un significativo abbassamento dei prezzi delle vendite tra privati a causa di valori iniziali “sovrastimati”.
D.In un’intervista un politico locale ha detto che i siciliani hanno la cultura del “piagnisteo” ed hanno scelto la strada dell’assistenzialismo rispetto a quella degli investimenti.
“Lo sforzo che ogni siciliano deve fare per non rispondere in maniera poco educata a questo genere di affermazioni è sicuramente notevole; se poi queste affermazioni arrivano da un “politico locale” lo sforzo di tacere è ancora maggiore.
Qualche “politico” tenta di nascondere i disastri e le politiche siciliane dietro l’atteggiamento di noi siciliani.
Bisogna far notare che ancora oggi i siciliani che tentano di fare imprese sul nostro territorio e mi riferisco a S. Croce Camerina si trovano in un Comune sprovvisto di adeguate aree industriali e/o artigianali che di fatto impediscono la nascita di strutture e capannoni necessari alle imprese.
Nonostante questa mancanza di “zone artigianali-industriali” ove è possibile costruire attingendo anche e finanziamenti e contributi nel nostro territorio esistono decine di imprese che senza nessun aiuto dalla politica, hanno realizzato con fondi propri e grossi sacrifici strutture produttive che garantiscono impiego di manodopera locale.
A tutt’oggi e siamo nel 2011, nel Comune di S. Croce Camerina non è operativa la zona industriale-artigianale. E comunque se “piagnisteo” vuol dire lamentarsi della scarsa velocità della politica rispetto alla dinamicità del mondo de lavoro, ritengo che il “politico locale” non abbia ancora chiaro che come territorio stiamo perdendo ancora terreno rispetto ai Comuni limitrofi di Ragusa, Vittoria e Comiso ove esistono realtà imprenditoriali di ottimo profilo e capaci di imporsi nei mercati nazionali ed internazionali.
Per quanto riguarda poi gli investimenti nel nostro territorio mi pare opportuno affermare che nel settore immobiliare la voce assistenzialismo non esiste e non è mai esistita.
Prova ne è che nel nostro territorio non appena è stato approvato ed adattato il Nuovo Piano Regolatore Generale diverse imprese, locali e non, hanno realizzato importanti investimenti immobiliari a Punta Secca, cantierando la realizzazione di circa 150 alloggi, considerando la visibilità di Punta Secca a livello nazionale raggiunta grazie alla “location” nella stessa “fiction” televisive di successo”
D. La situazione politica vista da un imprenditore. Quando la nascita dei movimenti meridionalistici penalizza la Sicilia.
“Personalmente ritengo e spero che la nascita di nuovi movimenti meridionalistici, invece che penalizzare la Sicilia possa invece diventare volano per la realizzazione di tutte quelle opere ed infrastrutture che negli ultimi 150 anni ci hanno fatto diventare quasi Terzo Mondo.
Mi riferisco al Ponte sullo Stretto, ad una rete autostradale che colleghi finalmente tutta la Sicilia, ad una rete ferroviaria presente e funzionante in tutta l’isola.
Ripeto spero che la presenza di movimenti meridionalistici serva a difendere le legittime aspettative di un territorio che è stato storicamente messo in secondo o terzo piano.
D. La strada da percorrere per uscire da questa crisi vista da un imprenditore ed un consiglio alla politica.
“Stiamo attraversando un momento storico molto particolare; infatti, mentre nei paesi del Nord Africa la situazione sociale e politica sta esplodendo con situazioni di pericoli che potrebbero estendersi fino al nostro Paese i nostri giornali e le nostre televisioni sono impegnati sul “Caso Ruby”, sul “Bunga Bunga” e sulla casa di Montecarlo.
Ritengo che sarebbe necessaria una classe politica più attenta ai reali problemi del Paese quali: crisi finanziaria, disoccupazione, qualità del credito.
Immagino un TG che ogni mattina ci informi che nella giornata precedente sono state fatte 10.000 nuove assunzioni un tot in più del giorno precedente”.
Anche i geometri costruttori edili sognano. Chi siamo noi per svegliarli?
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