Gli intonaci al castello, al centro dei commenti social, non sono definitivi. Parla il progettista

Gli intonaci che si vedono attualmente nelle case attigue al castello di Donnafugata, che in questi giorni sono stati oggetto di commento sui social anche a seguito della pubblicazione di un video, non sono quelli definitivi.
E’ solo la “prima mano”. Lo spiega il progettista. Dunque, inducendo in errore anche il Pd, si sta commentando qualcosa che non è ancora concluso. Il problema di fondo è che per la seconda mano e per quella di rifinitura si dovrà attendere che l’Amministrazione trovi soldi e un nuovo progetto perché il progettista che si è aggiudicato l’appalto per la progettazione, ha spiegato all’Amministrazione che si sarebbe dovuto effettuare un intervento più complesso visto che inizialmente il Comune aveva previsto un intervento solo sulle facciate.
Ma il progettista architetto Giuseppe Gurrieri, ha spiegato all’Amministrazione che avrebbe avuto poco senso ristrutturare le facciate solo di metà area (perché le altre sono private) e per di più senza predisporre la copertura dei tetti delle case di proprietà comunale visto che sono o caduti o pericolanti. Il prospetto restaurato infatti, senza i tetti e le relative grondaie di raccolta, avrebbe avuto vita breve. L’Amministrazione ha compreso le motivazioni del progettista è ha dunque deciso di avallare la sua proposta, ovvero quella di sostituire l’illuminazione del viale obsoleta e non a norma con un’illuminazione più adeguata che utilizzi una tecnologia a led e che comporta un importante risparmio energetico. E così si è fatto.
Per l’illuminazione c’è stato un problema in più. Gurrieri ha presentato un progetto di illuminazione del viale, seguendo un apposito progetto di illuminotecnica, dove i corpi illuminanti erano nascosti e le canalizzazioni sotto pavimento. Ma dalla Soprintendenza è arrivato un no. Anzi è arrivato il vincolo di installare dei corpi illuminanti in stile a parete e l’esatta l’indicazione su carta di dove posizionarli . E così al progettista non è rimasto altro che adeguarsi alle richieste dell’ufficio. “Insomma – spiega il progettista Gurrieri – si sarebbe rischiato di fare.. un progetto di facciata e non un recupero complessivo. Per questo ho chiesto all’Amministrazione di rivederlo prevedendo, con i fondi a disposizione, intanto la prima mano di intonaco, lo stesso intonaco utilizzato nei recenti lavori di recupero della facciata del castello che la sovrintendenza ci chiede di utilizzare, ma per pensare poi ad un progetto complessivo con il rifacimento dei tetti, il restauro delle parti lapidee, il completamento dell’intonaco e la sostituzione degli infissi e dei portelloni. Ho cercato di evitare uno spreco di fondi pubblici con più interventi. Dovendo obbligatoriamente installare corpi illuminanti a parete abbiamo dovuto rompere l’intonaco preesistente in alcune parti e poi ripristinare l’intera porzione prospettica. Un privato ha deciso di non rifare l’intonaco grezzo su tutto il proprio prospetto e quindi, nella sua proprietà, non si è potuto fare altro che ripristinare solo la traccia sul muro. Tengo a sottolineare che gli interventi realizzati fin ora non compromettono assolutamente il risultato finale dell’opera, la mia idea è quella di andare a completare complessivamente il recupero dell’area altrimenti ho già detto che mi rifiuterò di proseguire. Fuoriesce dal mio incarico individuare la formula da adottare per poter realizzare gli stessi lavori sia nella proprietà pubblica che in quella privata, posso solo dire che sono a conoscenza che l’Amministrazione sta lavorando insieme alla Sovrintendenza in questa direzione”.

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