OFFRIRE GLI STRUMENTI EFFICACI PER UNA SCELTA DI VITA MIGLIORE

L’inserimento sociale attraverso il lavoro per chi ha espiato la propria pena detentiva, coinvolgendo gli enti locali (Provincia regionale di Ragusa e Comune di Vittoria) e le principali associazioni di categorie produttive, quali la CNA, Coldiretti, Multifidi. Questo in sintesi l’obiettivo del progetto “Rompete le righe”, iniziativa che vede coinvolti anche l’Assessorato regionale delle Politiche sociali e del Lavoro, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed il Fondo sociale europeo. Il progetto, della durata di due anni, coinvolge sia la Casa circondariale di Ragusa che di Modica, sia gli uffici di esecuzione penale esterna di Ragusa, in tutto con 78 persone. Le principali linee guida sono state illustrate in conferenza stampa presso la Provincia regionale di Ragusa.

“Il progetto è strutturato in quattro azioni specifiche: la ricerca delle reali prospettive di inserimento lavorativo, l’orientamento, la formazione e il work experience – spiega il Dott. Filippo Spadola del Consorzio Città Solidale –. Il nostro compito è quello di verificare una effettiva potenzialità del mercato del lavoro e di lavorare sui preconcetti che regolano gli atteggiamenti delle imprese del territorio. Per quanto riguarda l’offerta formativa – prosegue Spadola – abbiamo previsto 10 corsi della durata massima di 300 ore, strutturati in unità capitalizzabili retribuite di 20 ore, proprio per adattare l’esperienza formativa al carattere temporaneo della permanenza del detenuto all’interno della struttura carceraria”.

E per lo stesso motivo le professionalità individuate dai corsi sono acquisibili anche in tempi brevi; si tratta di addetti alla cucina, pasticcieri, manutenzione di fabbricati, addetti alle pulizie e alla manutenzione ordinaria e falegnameria.

“Dopo la formazione molto importante è l’azione del work experience – aggiunge il dott. Aurelio Guccione di Alterego Consulting – alla quale collaboreranno le associazioni di categoria coinvolte nel progetto. Si è dovuta sperimentare una nuova forma di avviamento al lavoro, poiché non era possibile garantire dei tirocini formativi ai detenuti. Le imprese dovranno trasferirsi all’interno delle carceri, garantendo contemporaneamente una esperienza produttiva valida ai fini di formazione professionale”.

Esperienza che alla fine sarà spendibile nel mondo reale del lavoro, che possa contribuire al reinserimento sociale dei soggetti coinvolti, favorendo una condotta di vita migliore e lontana dai circuiti malavitosi precedentemente frequentati.

 

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