CONVEGNO SU OPPORTUNITA’ PER PICCOLA E MEDIA IMPRESA

Un cambiamento culturale, una rivoluzione e forse anche una riforma. Cambiare la Sicilia si può ma attraverso misure adeguate e soprattutto con grande coraggio. L’assessore regionale alle attività produttive, Marco Venturi, ieri sera a Ragusa al convegno organizzato dai Lions e dal titolo “Gli interventi della Regione Sicilia per lo sviluppo: opportunità per le piccole e medie imprese”, ha detto la sua non lesinando critiche e autocritiche. “Siamo dinanzi ad una crisi strutturale e finanziaria che sta stringendo in una morsa mortale le imprese. Purtroppo abbiamo un Pil troppo spostato sul pubblico piuttosto che sul privato. La Regione sembra essersi trasformata in una delle ultime repubbliche socialiste, tra società in house, società miste, e perfino con interventi che, nemmeno ai tempi della Cassa del Mezzogiorno, hanno prodotto qualcosa di utile, di concreto per l’economia. Nulla, solo sottosviluppo o iniziative errate, come il polo tessile a Caltanissetta o altre iniziative industriali in altre zone della Sicilia ma poco attinenti al territorio e alle reali potenzialità. Oggi si chiede che la Regione assuma quelle persone. Ma sarebbe sbagliato. Dobbiamo invece invertire la rotta e fare in modo di creare nuova occupazione. Basta con la logica del posto fisso”. Venturi ha parlato della necessità di dotare l’isola di maggiori infrastrutture, volano reale dello sviluppo. “Le imprese sane non vogliono elemosine e non vogliono nemmeno i fondi strutturali, vogliono solo lavorare in modo sano – ha continuato l’assessore – Ragusa è un’oasi, non sembra nemmeno di stare in Sicilia, ma è scollegata dal mondo. E il cambiamento arriva se l’aeroporto funziona, se le strade sono ben collegate, se la ferrovia è funzionale e non ancora ferma ai tempi delle miniere di zolfo o all’attività estrattiva del sale, con veri investimenti che non arrivano dal 1960. Riprogettarle non deve sembrare una pazzia. Possiamo farlo anche grazie alle risorse comunitarie”. L’assessore ha poi parlato della razionalizzazione della macchina burocratica regionale. “Per innovare dobbiamo avere il coraggio di chiudere tutti gli enti inutili. Abbiamo ancora un ente che si occupa delle reggie trazzere. E poi ancora rifiuti e acqua sono problemi grandi. Personalmente sono convinto che la gestione dei rifiuti possa essere data ai privati chiudendo gli enti intermedi serviti solo a sperperare soldi. E poi dobbiamo sburocratizzare, non si deve più mettere al centro dell’interesse il burocrate regionale, ma le imprese in un rapporto che veda finalmente più privato e meno pubblico”. Per Venturi si deve guardare ad un rapporto diverso e più di supporto con le banche mentre rispetto alla crisi imperante propone che Crias, Ircac, Irfis, consorzi fidi e Regione si mettano a confronto con gli istituti di credito per cercare di avviare il cambiamento dei parametri di Basilea 2, inadeguati per il territorio in questo momento di difficoltà economiche per tutte le imprese. “Quelle sane – non ha dubbi Venturi – vanno sostenute. Bisogna dare soldi alle imprese che fanno utili, che reggono l’economia, occorre far crescere le imprese sane, dobbiamo aiutare chi non licenzia. La Regione darà 600 milioni di euro per il credito di imposta mentre sui contratti di sviluppo si spera di ottenere 330 milioni di euro non solo per le aziende in crisi”. Al convegno, organizzato in collaborazione con Confindustria Ragusa, Ordine dei Commercialisti e degli esperti contabili di Ragusa, Assessorato alle Politiche Comunitarie della Provincia, Banca Agricola Popolare di Ragusa, Crias, Irfis, Ircac, ha visto alternarsi tecnici ed esperti nell’ambito di una serie di interventi moderati da Rosario Alescio, presidente della Crias. Un invito alla politica, a operare per il bene della collettività, era arrivato prima da Francesco Caruso, delegato Lions Club zona 16 e successivamente dal presidente di Confindustria, Enzo Taverniti, che a chiare lettere ha parlato della crisi occupazionale, della cassa integrazione guadagni, aumentata a dismisura anche nella provincia del “modello Ragusa”, e della necessità che la politica la smetta di litigare. Anche perché, ha avvertito Maurizio Attinelli, vicepresidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti, “nonostante tutto siamo davanti ad un’economia frizzante che va stimolata”. Tra i saluti istituzionali non sono mancati quelli del presidente della Provincia, Franco Antoci, del sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale che è tornato sul parco degli Iblei “che qualcuno voleva fare per impedire le perforazioni petrolifere”, del sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano, dell’assessore provinciale alle Politiche Comunitarie, Giovanni Digiacomo, che ha parlato degli interventi che si stanno ponendo in campo per implementare l’informazione e la formazione sulle politiche comunitarie. Introducendo i vari interventi, Alescio ha ribadito l’attenzione mostrata dall’Assessorato retto da Venturi nei confronti della provincia di Ragusa. “E forse non è un caso che si sia riusciti a creare una sorta di filo diretto con un’animazione a livello territoriale – ha detto il presidente della Crias – che ha permesso di presentare un cospicuo numero di domande per il settore dell’artigianato e dell’agricoltura. Il lavoro che sta svolgendo Venturi è da lodare perché sta cercando di mettere a disposizione delle imprese dei nuovi strumenti per lo sviluppo sano”. E rivolto al comandante provinciale della Guardia di Finanza, Francesco Fallica, che si è soffermato sui controlli operati per garantire trasparenza e sulle nuove procedure che, nel campo dell’agricoltura, permettono di sapere in anticipo a quali imprese andranno i contributi, Alescio ha lanciato l’ipotesi di un protocollo sulla legalità. Fallica ha risposto: “più trasparenza, meno frodi”. A fornire qualche altro spunto è stato Salvatore Cascone, presidente del Lions Club Comiso “Terre Iblea” che ha auspicato “lo stop del clientelismo e dei voti di scambio a favore di investimenti realmente produttivi”. Poi gli interventi tecnici con Massimo Raimondi, responsabile filiale Irfis di Catania (“usiamo leggi interessanti che offrono supporto alle imprese, come la legge regionale n.51”),  Salvatore Casamichele funzionario dell’Ircac (“tra le ultime novità anche i finanziamenti per lo start up delle imprese”), e Alessandro Falgares esperto di finanza strutturata (“i progetti vanno valutati con attenzione, così come il corretto uso delle risorse comunitarie”). Infine Emanuele Occhipinti, responsabile ufficio crediti speciali Bapr che ha suggerito la produzione più dettagliata dei documenti necessari ed esposto le misure principali a supporto delle imprese. Dal dibattito successivo sono emersi altre riflessioni. L’assessore provinciale Giuseppe Cilia ha annunciato la creazione di un osservatorio per sviluppare il coordinamento dei controlli, mentre Giorgio Cappello, presidente regionale dei giovani di Confindustria ha accusato: “La mafia della malaburocrazia, che sta mettendo in ginocchio le imprese siciliane, è pari alla criminalità organizzata”. Duro il commento di Salvatore Guastella presidente di Commerfidi: “Troppi lacci, troppi vincoli, troppe chiacchiere col sospetto che i consorzi fidi non piacciono ad una politica economica oscura e con la beffa che abbiamo sottoscritto un protocollo con l’Assessorato, per istruire le pratiche per i contributi da assegnare in quanto non c’erano le risorse umane necessarie, nonostante alla Regione ci siano 16 mila dipendenti”. Infine l’assessore provinciale Enzo Cavallo che ha confermato “la bontà dei bandi dei fondi ex Insicem, e prossimamente ce ne saranno di nuovi, e per renderli più proficui occorre coinvolte maggiormente le banche”.

 

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