È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
INCREDIBILE CENTINAIA DI GIOVANI CANTAVANO L’INNO DI MAMELI
12 Mar 2011 20:34
Se c’è una cosa che ci ha impressionati nella manifestazione ragusana per la difesa della scuola pubblica e della costituzione non è stato il numero dei partecipanti, o il rumore assordante dei fischietti in testa al corteo, o il numero degli insegnanti, professionisti, candidati per le prossime elezioni comunali, donne (in prevalenza) ma il fatto che centinaia di giovani cantassero “Fratelli d’Italia” cioè l’inno di Mameli. E ci ha impressionato questo fatto perché a noi vecchi artigiani del giornalismo che nazionalisti non siamo, ma leghisti manco per idea, l’aver rivisitato il nostro inno nazionale ha fatto tanto, ma tanto piacere perché finalmente ci siamo sentiti italiani anche se credevamo che con l’avvento dell’Europa sarebbe stato anche giusto pensare e ragione in termini transazionali, abbandonando sia pure in parte gli inni “locali”.
Figurarsi gli inni leghisti che stanno diventando una sfida blasfema all’Unità nazionale e bene hanno fatto i gruppi straordinari di donne, ragazzi, e politici non ufficiali a dispiegare una bellissima bandiera tricolore di una trentina di metri che andava dalla Piazza San Giovanni su per le scale fino al sagrato della Cattedrale di San Giovanni ben presidiata da ragazze e ragazzi perché il vento non la portasse via. Il centro storico solcato dai manifestanti una cosa bellissima. Pensate che il servizio d’ordine oltre a Commissario capo era composto da due soli uomini della Polizia, Ma nemmeno quelli c’erano di bisogno perché la compostezza del corteo e la profonda serietà delle cose dette in Piazza dai vari giovani erano talmente serie da strappare le lacrime per come stanno riducendo la scuola pubblica, di come si vuole calpestare giorno per giorno la costituzione i cui arricoli essenziali sono stati letti quasi senza commenti dai giovani.
Si c’è una emergenza istituzionale nel nostro Paese anche per il conflitto tra Magistratura e Governo, tra politica e gente che rischia la vita nel suo lavoro, tra forze dell’ordine cui si toglie anche la benzina e malavita organizzata, tra la scuola pubblica sempre più stretta nella morsa dei tagli e quella privata che continua ad essere privilegiata ma che tutti sanno essere appannaggio dei ricchi. Una bella lezione di civiltà, (anche se non se ne possono condividere le idee politiche a latere), di serietà, di capacità interpretativa delle esigenze vere di studenti, professori, lavoratori di un settore così delicato e difficile da gestire com’è la scuola. Una volta tanto la profondità dei discorsi detti dai giovani in piazza hanno lasciato il segno e quel migliaio di persone che partite da Piazza Libertà in qualche centinaio avranno detto sicuramente: Noi abbiamo fatto il nostro dovere perché la scuola e la costituzione vanno difese; chi non c’era ha avuto torto!
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