È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL GRANDE INQUISITORE LAICO
15 Mar 2010 17:55
E’ perlomeno strano che nel contesto di un duro scontro politico-elettorale in atto nel Paese, alla vigilia di appuntamenti importanti per la democrazia italiana dove non si risparmiano colpi su colpi, bugie e gesti eclatanti tra opposte fazioni, il direttore del “Giornale” trovi tempo e spazio di assumere i panni di un santo inquisitore “laico” e dedichi nientemeno che tutto l’editoriale del suo quotidiano di Venerdì 12 marzo u. s. alla sua tesi dal titolo “Castrazione chimica per i preti pedofili” e lo firmi con eroico furore e una inappellabile e sommaria condanna preventiva della categoria. Da un po’ di tempo dedica le sue “pelose” attenzioni a quanto accade nella Chiesa con l’atteggiamento di chi ha una superiore missione: quella di illuminare il Papa, i Vescovi e i laici cattolici di frontiera per farli convertire al suo verbo hegeliano. I laici di una volta toccavano con maggiore umiltà e meno saccenteria le questioni dibattute all’interno della Chiesa, manifestando stile dialogico, rispetto sincero e sforzo culturale di approfondimento e comprensione dei fenomeni, difficili e delicati, del mondo ecclesiastico, non per occultare, ma per valutare senza pregiudizio e per individuare percorsi costruttivi di collaborazione. Partiamo dal fatto. La Chiesa di oggi, da Papa Benedetto XVI (nella foto), ai Cardinali, ai Vescovi e ai laici cattolici hanno fatto emergere in questi anni lo scandalo della pedofilia anche al proprio interno per curarlo alla radice e isolare questo male e i suoi responsabili con una strategia pastorale di recupero e di riparazione sino alla giusta condanna non solo morale ma anche civile e giudiziaria. Sono in corso di ulteriore definizione norme e disposizioni per la Chiesa Universale ed in ogni Conferenza Episcopale nazionale si stanno assumendo iniziative di responsabilizzazione e di orientamento pastorale. L’approccio è necessariamente spirituale e morale, non politico né di semplice difesa mediatica. Di fronte al dato oggettivo bisognava prendere atto di quello che con coerenza, onestà intellettuale e coraggio morale la Chiesa stava facendo ai vari livelli e non accusarla con un fuoco “a tiro alto” in modo duro e mirato per colpire la gerarchia e i preti come se non stessero facendo nulla. Ci sono però laici che, invece di rendere giustizia alla verità dei fatti, inseguono da un po’ di tempo a questa parte il prurito di un anticlericalismo d’accatto, furiosamente accanito. Non ha senso tirare in ballo la questione del tasso di pedofilia nei vari ambienti e invocare la “professione” della castità dei preti per discettare sulle regole della loro vita e formazione nei Seminari, nelle canoniche e nelle parrocchie. Lasciamo in pace le categorie dei ragionieri, dei commercianti, dei militari, dei “religiosi” e non buttiamoli nel tritacarne della immoralità pubblica e dello scandalo terribile e orribile della pedofilia. E’ proprio il caso di dire: “Diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Esiste un livello acclarato di immoralità che è arrivato il momento di guardare attentamente non per stilare liste di proscrizione per categorie, ma per avviare una grande azione sinergica e terapeutica, pastorale e sociale che coinvolga innanzitutto le famiglie e poi la Chiesa, la società, i mass media, l’economia e la stessa politica. E’ proprio il caso di dire: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra! ”Ormai da tempo il velo dell’omertà è stato “forato” in diversi ambienti ed è arrivato il problema sino al livello dei tribunali oltre l’impensabile. Esiste infatti una vasta letteratura e una mole seria – e non volutamente scandalistica – di doverosa e civile informazione alla quale la coscienza pubblica può ampiamente e onestamente attingere per orientarsi di conseguenza sul piano del giudizio sereno e dei percorsi di prevenzione. Ad esempio è molto attiva e vigile a livello non solo nazionale la battaglia dell’Associazione “Meter” di Don Fortunato di Noto contro la pedofilia on line e il libro con il giornalista Antonino D’Anna, Corpi… da gioco, della EdiArgo 2006. Non vale l’ironia dell’editorialista del “Giornale” secondo il quale non basta più per la Chiesa «chiedere scusa!» come se questi eventi non avessero toccato profondamente e gravemente la coscienza morale, lo snaturamento del senso della sequela di Cristo e il problema stesso della comunione visibile nella Chiesa cattolica in ogni parte e ad ogni livello. Non si tratta di ridimensionare a tutti i costi il fenomeno, spesso artatamente gonfiato, ma di prendere atto della sua reale entità e allocazione per farvi fronte adeguatamente, decisamente e responsabilmente sul piano concreto e pastorale. Non si vuole fare quindi una difesa di ufficio “farisaica”, ma di esplicitare la corale convinzione presente nella Chiesa cattolica della necessità di una qualificata “prevenzione” sociale, pedagogica e istituzionale sull’educazione sessuale umana e sulla iniziazione più corretta ed educativa in famiglia sin dagli anni di formazione per tutti i ragazzi e i giovani e di coinvolgere anche gli anni di frequenza del Seminario secondo i criteri del “Motu proprio” di Papa Wojtyla del 2001 “Sacramentorum sanctitatis tutela” che fu redatto dal Card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto e responsabile della Congregazione per la dottrina della Fede (cfr. Avvenire, 13 marzo 2010, pp. 4-5). Amiamo la Chiesa, amiamo i peccatori ma non il peccato né l’abuso. Invochiamo la Misericordia del Signore in questa Santa Quaresima e non la ghigliottina mediatica. Assumiamo le ceneri dell’espiazione e della riparazione ma non intendiamo, come cattolici, assumere le vesti di capro espiatorio per scopi e funzioni diverse rispetto alle specifiche finalità religiose. Questa battaglia di purezza di cuore e di comportamenti, essendo tutta morale e spirituale, mal si collega con le calde questioni politiche di oggi sul tappeto. Forse la pagina culturale del Giornale sarebbe stata più adatta per il suo Direttore del tuonante e sommario editoriale.
LUCIANO NICASTRO
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