DIECI CANDIDATI A SINDACO NON SONO TROPPI?

E siamo a dieci, dieci candidati a sindaco per il comune di Vittoria, la rappresentazione della frammentazione, un nuovo desolante autoscatto della politica cittadina. L’effetto probabile, nonostante l’esercito di candidati che si aggirerà in città, sarà di ingrossare ancora di più uno dei principali partiti italiani: quello dell’astensione.

E se le divisioni nella destra, strumentalmente ci possono anche stare bene, così non è per il centrosinistra: già un anno fa avevamo chiesto al Pd e alle altre forze del centro sinistra di cercare insieme una soluzione per una proposta unitaria, di rinnovamento nelle persone come nei metodi. Così non è stato per il prevalere di logiche personalistiche di ricerca del consenso anche attraverso uno spregiudicato trasversalismo.

Con questa legge elettorale, con lo sbarramento del 5%, qualcuno si accorgerà di avere un inutile due di coppe mentre la briscola è a bastoni; qualcun altro agiterà il suo due di bastoni, la sua fettina di consenso, come una clava contro concorrenti o possibili futuri alleati.

In città si apre un grande mercato di voti in cambio di promesse di favori, di posti di sottogoverno; qualcuno, sperando nella rielezione si prepara a una nuova sequenza di cambi di casacca.

Il centrodestra, a parte alcune presenze solo di bandiera, prova ad accreditarsi come unito sotto il nome di Incardona: il vuoto. Un deputato diventato famoso per le sue assenze alla Regione Sicilia, un assessore regionale costretto a farsi da parte, grande sponsor dell’ATO di Ragusa messa in liquidazione; non sembra proprio avere i numeri per candidarsi alla gestione della città.

L’MPA che, dopo la fallita stagione del “laboratorio politico” scarica Nicosia, lancia messaggini d’amore alla destra, ma, condizionato dalle scelte politiche di Lombardo, si vede costretto a presentare una propria candidatura; così come l’UDC, congelata in un Terzo Polo che sul territorio resta solo una vuota formula politicista.

Ma quello che ci interessa è cosa avviene in “casa nostra”, nel centrosinistra che a Vittoria in particolare non riesce a trovare soluzioni unitarie, schiacciato dal contrasto, tutto personale e dei rispettivi gruppi di sostegno, fra Nicosia e Aiello, che insieme e separati hanno governato la città negli ultimi 15 anni. Nicosia e Aiello che in fondo rappresentano uno stesso sistema di governo, fondato sulla logica del dividere alleati e avversari, sulla ricerca di consensi singoli acquisiti tramite concessione di benefici personali. I cinque anni dell’amministrazione Nicosia sono stati caratterizzati da un impressionante e continuo rimescolamento di posizioni all’interno del consiglio comunale, tanto che di molti consiglieri, di centrosinistra come di centrodestra, non si sa più se siano di maggioranza o di opposizione (di questi personaggi della politica locale una sola cosa potremmo dire: se si ripresenteranno NON VOTIAMOLI).

La ricandidatura di Nicosia, ostinatamente appoggiata dal PD, ha provocato in questo partito continue perdite di pezzi in questi mesi e settimane, conservando solo l’appoggio dei dirigenti locali di IDV, che a Vittoria sembrano non volere seguire le posizioni che il partito di Di Pietro ha nel resto d’Italia.

Aiello sembra collocarsi nel centrosinistra più per la sua figura storica di uomo di sinistra che per la proposta politica, assolutamente trasversale nella ricerca di consenso dalla destra alla sinistra, unite nell’unico obiettivo di scalzare Nicosia e prenderne il posto.

Un prevalere dell’uno o dell’altro non cambierebbe in niente il quadro politico della città: per questo assume un rilievo importante la candidatura di Salvatore Garofalo, che intanto che riunisce la sinistra vittoriese si propone come elemento riunificante del centrosinistra, alternativa a entrambe le vecchie logiche di governo, proponendo un governo di centrosinistra della città rinnovato nei metodi e nelle persone, che blocchi le velleità della destra e rilanci Vittoria facendola diventare per prima cosa una città “normale”.

 

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Fin qui il documento di Sel per il quale ovviamente non esprimiamo giudizi. Ma una cosa va detta. Se la presenza di nove candidati del cosiddetto centro-sinistra assicura il massimo impegno a ciascuno dei nove Incardona avrà qualche problema. Se invece  alcuni dei nove non si impegneranno vuol dire che saranno pochi ma essenziali i voti presi…a far vincere il “temuto avversario.” Capita l’antifona ?

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