“NARCOECONOMY. BUSINESS E MAFIE CHE NON CONOSCONO CRISI”.

C’è fermento per l’uscita prevista per l’otto giugno del nuovo libro di Carlo Ruta dall’emblematico titolo “Narcoeconomy. Business e mafie che non conoscono crisi”.
Narcoeconomy è il primo libro che analizza a fondo i risultati pressoché fallimentari delle strategie adottate dai vari Paesi impegnati in prima linea per la lotta al narcotraffico, per la quale negli ultimi due decenni si sono spese ingenti quantità di denaro. Partendo dal Plan Colombia degli Stati Uniti negli anni Novanta alla War on Drugs di Calderon in Messico partita nel 2006, passando per le numerose iniziative dell’Onu in Afghanistan, in Thailandia, in Birmania.
“In  un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando- spiega l’autore in una video-intervista pubblicata su youtube- il mercato dei narcotrafficanti è l’unico a non aver avuto problemi di crisi, ma anzi ad aver incrementato il proprio capitale”
Secondo le stime il capitale equivale a quasi i due terzi delle intere economie criminali. Un volume di denaro enorme, stimato in circa 500 miliardi di dollari, pari al giro d’affari complessivo delle prime sette case automobilistiche del mondo e quasi a un terzo del Pil dell’intero continente africano.
“Il narcotraffico è una piaga del novecento- spiega Ruta- inizia negli anni trenta con la fine del proibizionismo sugli alcolici e con i gangster americani che passano dal contrabbando di alcolici al traffico di stupefacenti.”
Un business che genera morti, violenza, corruzione e connivenza da parte dei governi. 
Sempre secondo le stime, le tossicodipendenze sono in crescita in molti Paesi asiatici e africani, mentre restano sostenute tanto in Europa quanto negli Stati Uniti. 
Carlo Ruta, attraverso una ricca documentazione, un’approfondita ricerca dei dati e interviste fatte ai più importanti giornalisti sudamericani, traccia con esattezza le nuove rotte del narcotraffico e disegna gli inquietanti scenari futuri di un mercato che è sempre in crescita.
“Le società – conclude Ruta- condizionate e colpite dal narcotraffico si possono avviare ad una vera e propria catastrofe civile”.

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