ANNULLATO IL PIANO PAESAGGISTICO DELLA PROVINCIA DI RAGUSA DAL TAR

La proposta di Piano Paesaggistico Provinciale, per vizi di procedura, offre alle istituzioni regionali e locali la possibilità di un corretto e partecipato percorso per dotare il territorio di uno strumento imprescindibile per regolarne crescita e sviluppo. La sentenze del TAR di Catania ha annullato la proposta, sulla scorta dei ricorsi, tra gli altri, del Comune di Ragusa, del Comune di Modica e della Provincia.

 

 L’unico vizio riconosciuto dal TAR, che ha causato l’annullamento, si deve alla mancata sottoposizione preventiva della proposta di Piano alla Valutazione Ambientale Strategica, che ha determinato l’azzeramento di uno strumento indispensabile, ma nato male, perché adottato in tutta fretta, ed al di fuori delle specifiche previsioni normative.

 

Non vi è stato un necessario confronto con le varie realtà produttive e culturali locali, e paradossalmente, non solo degli interessi di sviluppo del territorio e della sua capacità di autogoverno, ma anche degli stessi beni ambientali e paesaggistici protetti. Ricordiamo che il Partito Democratico aveva già criticato in maniera costruttiva il piano, presentando osservazioni e segnalando gli interventi da salvare, quelli da correggere e quelli da inserire ex novo per garantire al meglio la tutela del territorio e gli interessi economici e sociali della comunità che lo popola. Inoltre sosteneva che il Piano si cambiava migliorandolo, non cancellandolo.

 

 Ora che il TAR ha aperto un vuoto è necessario, prima ancora che la Regione riproponga lo stesso atto eliminando solo il vizio formale della omessa acquisizione della VAS, intervenire urgentemente, affinché la stessa Autorità Regionale riconduca la proposta di Piano agli schemi di legge, per ambiti di tutela e non per singolo territorio provinciale. Bisogna tener conto delle esigenze di ogni singolo Comune della Provincia, contemperandole con i principi del rispetto dell’ambiente e della sua tutela.

 

L’occasione offerta dal rinnovo della procedura dovrà essere stavolta colta tenendo conto del grande lavoro svolto dalle parti sociali, politiche e istituzionali nei tentativi di concertazione conclusi il 23 dicembre scorso, ma anche con l’instaurazione di un clima, tra tutti gli attori del territorio, più collaborativo e unitario, evitando che ciascun soggetto si muova autonomamente, il tutto in un arco di tempo congruo. Ora si spera che non occorra ancora una volta l’ultimo minuto per rendersi conto che bisognava agire con più criterio e attenzione. 

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