LA PIZZA COME STRUMENTO PER COMBATTERE LA DISOCCUPAZIONE

La pizza non è solo buona da mangiare ma può diventare uno strumento per combattere la disoccupazione ed essere solidale, infatti durante il IV campionato di pizza sono stati raccolti fondi a favore della “Duchenne Parent Project”. L’Api, Associazione pizzerie italiane, ha sfondato più volte il muro del sociale, ed ha anche condiviso il progetto portato avanti dal “prete coraggio” di Vittoria, don Beniamino Sacco, volto alla programmazione di un corso di formazione professionale per pizzaioli. Un corso che, attraverso la cooperativa onlus “San Crispino”, ha fornito la possibilità di imparare a fare la pizza ad una trentina di allievi, tra cui alcuni extracomunitari. “Per noi è stata una esperienza innovativa che è servita pure a fornire gli strumenti adeguati ai corsisti. – dice il consigliere nazionale dell’Api, Gianni Normanno – Questo ha permesso, alla maggior parte dei corsisti di trovare un impiego durante la stagione estiva,visto che la richiesta di pizzaioli è in crescita.-continua il consigliere- Ci hanno colti impreparati l’entusiasmo e la voglia di fare. La preparazione della pizza, di solito, è una faccenda abbastanza complicata, almeno per chi è alle prime armi. Per cui, quando abbiamo preso atto della voglia di fare dei corsisti, siamo rimasti positivamente impressionati convinti che da tale esperienza sarebbe venuta fuori una motivata pattuglia di pizzaioli, come poi in effetti è stato”.

Uno degli elementi che ha contraddistinto questa IV edizione è stata la solidarietà. I pizzaioli in gara hanno mostrato cosa sanno fare con un po’ di farina e di fantasia tenendo conto delle diverse specialità in gara: dalla pizza classica al pizzolo, dalla pizza larga, a quella velocità e acrobatica. E poi la presenza dei consulenti alimentari, altro aspetto su cui l’Api in Sicilia punta parecchio, è servita a fornire agli aspiranti pizzaioli delle dritte affinché il loro prodotto abbia un alto grado di digeribilità. “Valutare le caratteristiche del grano con cui viene preparato il panetto della pizza è di cruciale importanza. – chiariscono i tecnici Api – Così come la temperatura con cui avviene il trattamento del lievito, che non deve mai superare i 25-26 gradi. L’ideale sarebbero 20-21 gradi. Nei canoni di preparazione, predisposti dall’Api, vengono indicate altre metodologie a lunga lievitazione che prevedono tempi di sosta per il panetto variabili da uno a tre giorni. – continuano i tecnici Api – Il fermo di lievitazione consente al panetto di assumere caratteristiche di digeribilità migliori in quanto al suo interno subisce modificazioni strutturali e organolettiche. Sono state calcolate più di trecento reazioni biochimiche. La realizzazione della pizza avviene, dunque, attraverso un panetto più digeribile, più strutturato”. Un successo preannunciato quello di questa IV edizione ora non resta che aspettare il prossimo anno per gustare altre ottime pizze.

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