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Coronavirus, Confassociazioni “Per superare la crisi servono idee nuove”
07 Mar 2020 10:45
ROMA (ITALPRESS) – “Ben il raddoppio risorse da parte del Governo ma, per superare questa crisi devastante, interna e globale, al nostro Paese servono idee nuove e diverse. Ecco quelle della nostra Confederazione”. Lo afferma in una nota Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni.
“Passare da 3,6 a 7,5 miliardi e’ gia’ un importante passo avanti che rende merito – continua il presidente di Confassociazioni – di quanto avevamo chiesto lunedi’ scorso. Cosi’ come sono, e saranno, importanti misure per sostenere una moratoria dei crediti alle imprese e, aggiungiamo, dei professionisti, il sostegno dei redditi e dell’occupazione. Purtroppo non sappiamo quanto durera’ l’epidemia di coronavirus e gli effetti di danno reputazionale (come dimostra l’ormai famosa infografica della CNN) che si scaricheranno sui nostri settori deboli a livello globale: turismo, agroalimentare, servizi, lusso ma soprattutto siderurgia e vettori aerei dove noi abbiamo crisi profonde in corso (Ilva, Alitalia, Air Italy). Dopo l’ultimo trimestre a meno 0,3% di PIL siamo gia’ in recessione tecnica e dobbiamo fare qualcosa per smentire il meno 0,3% su base annua che ci assegna S&P nella sua ultima previsione”.
“Ma il problema piu’ grande e drammatico – ricorda il presidente Deiana – sara’ la crisi di liquidita’ che colpira’ nelle prossime settimane tutta la filiera intermedia di professionisti, imprese e, di conseguenza, lavoratori del nostro Paese nei diversi settori. Anche se tutto si ferma, i nostri associati dovranno pagare mutui, bollette, finanziamenti, stipendi, altre spese a fronte di quasi nessun ricavo. Un vero e proprio tsunami finanziario individuale. Per questo abbiamo fatto uno sforzo di analisi e di consultazione dei nostri associati”.
Confassociazioni ha ottenuto un “consensus” su una serie di proposte divise in due settori: le e proposte tampone e le proposte strategiche.
LE PROPOSTE TAMPONE
a) Estensione della CIG in deroga anche sotto i 6 dipendenti. Confassociazioni ha 1.020.000 iscritti di cui 209 mila imprese e tantissimi studi professionali con dimensione media 5,1 dipendenti che non hanno accesso a questo strumento. Una simile misura potrebbe evitare centinaia o forse migliaia di licenziamenti;
b) Immediata applicazione di un credito d’imposta per professionisti e imprese che abbiano perso almeno il 25% o il 30% del fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il provvedimento dei 1500 euro per 3 mesi per i lavoratori autonomi gia’ preso dal Governo e’ gradito ma non adeguato nel tempo e nella misura se lo si paragona, ad esempio, al reddito di cittadinanza;
c) Una detrazione fiscale sulle spese per viaggi in Italia;
d) L’abolizione dello split payment per le fatture verso le aziende quotate e le societa’ partecipate.
LE PROPOSTE STRATEGICHE
1. Nuova (ultima e definitiva) pace fiscale per le cartelle 1/1/2018-30/6/2020 da saldare in acconto (con data da determinare in relazione all’evoluzione dell’epidemia) entro il 2020 e definitivamente entro il 2021;
2. “Voluntary disclosure” sui contanti, tombale ma non anonima. Imposta sostitutiva del 30%-35% in relazione alla certificazione dell’origine del contante, con rilevanza penale grave in caso di false dichiarazioni;
3. Con le risorse ottenute dai precedenti provvedimenti, riforma IRPEF (in vigore dal 1/01/2021) che rimoduli gli scaloni esistenti a causa dei bonus erogati negli ultimi anni, e abbassi la pressione fiscale;
4. Con parte delle stesse risorse, riforma IRAP che elimini almeno parzialmente questa tassa recessiva che si paga anche sugli interessi passivi e se non si fanno utili;
5. Eliminazione per il 2020 e il 2021 del Patto di Stabilita’ per i piccoli comuni per effettuare lavori infrastrutturali diffusi sul territorio che alimentino imprese e consumi;
6. Modello Genova con Commissario Straordinario e accantonamento del Codice degli Appalti per tutte le grandi infrastrutture gia’ finanziate per il periodo 2020-2022;
7. Grande piano di comunicazione internazionale approntato da una task force presso il Ministero degli Esteri che ripristini l’immagine globale del Made in Italy e combatta, colpo su colpo, la concorrenza sleale generata dal danno reputazionale dovuto al coronavirus.
(ITALPRESS).
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