La collezione Gulino lascia il museo dei cimeli di Chiaramonte, Gaetano Iacono: “Il museo non va smantellato”

Il museo dei cimeli storico-militare perde la collezione Gulino. La notizia ha lasciato molta amarezza in città, in quanto si tratta di una collezione che, dal punto di vista storico, ha un enorme valore, riconosciuto da più parti. Era certamente una collezione privata molto amata non solo dai turisti, ma anche dai chiaramontani.  La collezione Gulino era stata concessa al museo che si trova in piazza Duomo in comodato d’uso gratuito alla città. Ma da pochi giorni, il contratto è stato rescisso.

Gaetano Iacono non esita a parlare di vuoto culturale: “Questa decisione è frutto di un vuoto culturale secondo il quale il Museo dei cimeli storico militari non è altro che una successione di teche con oggetti particolari di cui oramai l’amministrazione si era stufata, ma che la comunità chiaramontana non può assolutamente accettare”.

Poi, agigunge – “Basti pensare che secondo il Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo la “raccolta di Emanuele Gulino, collezionista di fama nazionale, supera i mille reperti, su vicende che hanno interessato la storia militare italiana degli ultimi due secoli”.

I cimeli custoditi abbracciano momenti tragici ed eroici dei soldati, nelle trincee del Carso o sui campi di battaglia d’Africa, della Grecia, della Russia. I periodi più ricchi di reperti restano la prima guerra, l’epoca fascista e il secondo conflitto mondiale. La serie espositiva della raccolta è dominata dai copricapo militari, di tutte le forge. E poi da elmetti (alcuni con i fori di entrata e uscita, altri con cuffia radio) di varie generazioni e Stati. Le armi sono copiosamente rappresentate. Già all’entrata del museo campeggia un cannone Breda da 76/40, emblema della guerra tradizionale.

Poi maschere antigas, sciabole, mine, bombe a mano, lo scheletro di una mitragliatrice, un proiettile del 1908, un nastro portacolpi per mitragliatrice, una bomba simil siluro, grandi proiettili da cannone, un candelotto triplo lacrimogeno, e poi vari elementi della carrozzeria di aerei, un serbatoio del ’43 per l’autonomia di volo dell’aereo. Fa bella mostra una vasta raccolta di costumi militari, con ogni tipo di fregio e distintivo. Alcuni accendini esposti, inviati dai soldati ai propri familiari, portano eloquenti dediche: Per favore non provate a parlarmi del Vietnam: ci sono già stato.

Per il Movimento civico Gaetano Iacono Sindaco il Museo dei cimeli storico militari aveva un valore culturale e identitario inestimabile per Chiaramonte, tra i vari Musei era uno dei più apprezzati dai chiaramontani e dai visitatori proprio perché non era una semplice raccolta di oggetti storico militari ma un luogo dove si conservava la cultura, un vero e proprio punto di riferimento per la comunità, un luogo custode unico della storia locale e nazionale.

Il movimento politico, infine, “Chiede a gran voce al Sindaco l’immediato ripristino del Museo pena la segnalazione a S.E. il Prefetto di Ragusa, al Ministro per i beni e le attività culturali e alla Corte dei Conti per danno erariale.
Invece di smantellare il Museo, il Comune doveva stipulare un accordo quadro con il proprietario della collezione e costruire un progetto Museale, a valere sui diversi Fondi messi a disposizione dall’Unione Europea, dal Ministero per i Beni e le attività culturali e dalla Regione Siciliana, finalizzato a ripensare il Museo creando un sistema di organizzazione, fruizione e valorizzazione tecnologica e innovativa nonché un percorso dinamico che si rinnovava e si arricchiva continuamente e il cui contenitore era la città stessa che si raccontava, la narrazione doveva riguardare non solo la storia dei cimeli storico militari ma anche la storia di Chiaramonte Gulfi e dell’Italia”.

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