GIOVANNI AREZZO LETTERA DOPO LETTERA RACCONTA IL NATALE E INCANTA GLI SPETTATORI

Un piccolo palco, un telo bianco, un leggio, citazioni di più di trenta autori e scrittori, l’alfabeto: questo è bastato all’attore ragusano Giovanni Arezzo per incantare per oltre un’ora una piccola sala stracolma di Palazzo Garofalo a Ragusa.

Nel tardo pomeriggio di Santo Stefano con l’evento culturale “Alfabeto di Natale – reading senzatempo” il giovane artista ibleo è riuscito a raccontare il Natale come forse nessuno aveva mai fatto. Partendo dalla lettera “A” fino ad arrivare alla “Z” Arezzo ha letto, recitato e interpretato con il talento che lo contraddistingue, pagine intere o brevi citazioni di scrittori, poeti e cantanti italiani e stranieri.

Per ogni lettera un argomento che andando avanti con la lettura veniva strappato via ma che raccontava sempre del Natale e di tutto ciò che gira intorno alla festività più amata, e da alcuni anche più odiata, dell’anno: da Babbo Natale al Presepe, dal Cenone all’abete addobbato, dalla Cometa ai Magi, dai doni il più delle volte inutili alla solitudine di chi per queste ricorrenze deve accontentarsi di poco, spesso di nulla.

Hans Christian Andersen, Stefano Benni, Dino Buzzati, Pino Caruso, Lucio Dalla, Laurence Housman, Jack Kerouac, Gianni Rodari, Giuseppe Ungaretti, Leonardo Sciascia, questi e tanti altri gli autori a cui Giovanni Arezzo ha dato voce spesso riuscendo a strappare un sorriso o una risata, ma anche commuovendo ed emozionando.

Un evento coinvolgente dunque, un’alternativa alla solita giocata a carte, e se l’evento fosse stato organizzato in un luogo più grande senza dubbio questo sarebbe stato riempito.

Alla fine dello spettacolo ringraziando chi ha permesso la realizzazione dell’evento, l’attore ventiseienne ha voluto regalare al suo pubblico un ultimo spunto di riflessione tratto da un grande poeta e scrittore, il comisano Gesualdo Bufalino: “Le Pasque, i Ferragosti, i Natali. I Natali, le Pasque, I Ferragosti… così se ne va la nostra vita.” E infine, applausi per Giovanni Arezzo.

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