“LOMBARDO CI CONVOCHI IL 1 MAGGIO”

Nella Finanziaria non ci sono le risorse per lo sviluppo”. E’ quanto denuncia l’Unione delle associazioni delle Piccole e medie imprese, riunita stamattina a Palermo per comunicare alla stampa le proprie proposte per il documento finanziario, che dovrà essere esitato dall’Assemblea regionale siciliana. Confcommercio Sicilia, Confesercenti Sicilia, Cna Sicilia, Confartigianato Sicilia, Casa, Claai, LegaCooperative e Confcooperative, unite in un fronte comune per rappresentare oltre 400 mila imprese siciliane, ritengono che nel documento finanziario presentato all’Ars manchino o siano carenti le iniziative per dare sostegno alle piccole e medie imprese.  Se nella previsione di entrata oltre metà delle somme (7 milioni di euro) sono costituiti da trasferimenti dello Stato e dell’Ue, attraverso il Po Fesr 2007-2013 e i fondi Fas, l’Unione chiede, con allarme e preoccupazione, quali saranno le strategie di investimento per lo sviluppo una volta che questi finanziamenti verranno meno. L’Unione auspica che il primo maggio il presidente della Regione convochi in un tavolo di confronto per conoscere quale sia il progetto di sviluppo per l’economia siciliana, quali le prospettive per il mondo produttivo. Tante le critiche mosse nel corso degli interventi del presidente dell’Unione delle associazioni delle Pmi, e di Confcommercio Sicilia Pietro Agen, e di tutti gli altri vertici intervenuti. Nel documento finanziario è stato dimenticato, il credito d’imposta per investimento nel settore del commercio e nel terziario, mentre sono stati invece trovati 150 mln per Termini Imerese, che pur rappresenta un polo industriale che va difeso, ma che “non può coincidere con un progetto strategico di sviluppo della Regione, che indichi settori che possano rappresentare il vero volano per la crescita dell’economia dell’isola”. Ci sono fondi insufficienti per i Confidi, malgrado la stessa Regione ne riconosca – a parole – il ruolo di concreto sostegno alla vitalità delle imprese. Mancano investimenti per la legalità, e questo nonostante l’impegno antimafia della magistratura e delle forze dell’ordine e quello delle associazioni che si sono più volte costituite in giudizio in processi contro la criminalità organizzata. La formazione è stata disattesa, nessun intervento riguarda il fondo di rotazione o il recupero delle somme per l’abbattimento degli interessi dei Consorzi Fidi o per l’appianamento dei debiti ormai decennali nei confronti delle imprese, che hanno assunto personale in base alla legge 27 (200 mln di euro dal 2001!). Tuttavia questa Finanziaria trova i fondi per Banca Nuova (50 mln di euro per abbattimento interessi) e per altri grossi gruppi che versano le proprie tasse non in Sicilia, come Consip. Non c’è un solo intervento sulle banche che possa stabilire un tetto massimo di costi, che invece paradossalmente viene fissato sui Confidi. Manca infine un messaggio di fiducia alle imprese che operano in Sicilia e che con le regole di Basilea 2 e con la grave crisi, senza le associazioni di categoria e i consorzi fidi, avrebbero già chiuso i battenti e che invece resistono ed attendono delle risposte da chi governa. L’Unione attende, quindi, che il presidente della Regione convochi il tavolo di confronto subito dopo la Finanziaria per stabilire le strategie di sviluppo.

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