È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
SICILIA: ALLARME DISOCCUPAZIONE
02 Feb 2012 14:34
Da poche ore l’Eurostat ha reso noto i dati sulla disoccupazione e i numeri che escono fuori da questa ricerca sono tutt’altro che rassicuranti. In Italia nel mese di dicembre il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’8,9%; è il livello più alto raggiunto dal gennaio del 2004. La disoccupazione giovanile (15-24 anni) a dicembre è al 31%, e rimane a livelli altissimi rispetto a Paesi come Germania (7,8%), Austria (8,2%) e Olanda (8,6%) dove i rispettivi Governi, negli ultimi anni, hanno saputo adottare delle serie misure di crescita che puntassero ad un aumento dei posti di lavoro. Mentre gli Stati Europei si arrovellavano per arginare la crisi occupazionale, in Italia le questioni giudiziarie dell’ex Presidente del Consiglio bloccavano l’agenda politica del Parlamento e con essa anche il futuro di tanti giovani. Il dato più sconfortante di questa ricerca tocca alla Sicilia, dove il trend rimane allarmante: un giovane su tre non ha un impiego. Anche in questo caso ci sono delle responsabilità ben precise da parte di chi ha governato la nostra Regione negli ultimi vent’anni. Non a caso, Cuffaro ieri e Lombardo oggi, sono i principali artefici della mancanza di sviluppo in Sicilia, e alla luce di questi numeri e di queste responsabilità oggettive ci sarebbe da chiedersi perché il Partito Democratico si ostini a governare insieme a chi ha portato allo sfascio un intera Regione.
Il Governo Lombardo deve cominciare ad interrogarsi sul fatto che il rilancio della Sicilia passa anche da quei giovani che non trovano lavoro, dai tanti ragazzi e dalle tante ragazze che non sono supportati (dalle leggi e dalle istituzioni) nella ricerca di un impiego o nell’intraprendere un percorso di lavoro autonomo, dal giovane su cinque che rinuncia persino a portare a termine gli studi obbligatori.
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