RIFLESSIONE URLATA

 Una società sempre più arida, la nostra. In mano a ragionieri di Stato. Che meritano rispetto. Certamente. Per il lavoro che fanno. Che, però, non c’entra nulla con formazione, cultura, ricchezza interiore. Del cuore e della mente. Tenere in vita una scuola perché conta 500 alunni e cancellarne un’altra perché di alunni ne conta poco meno, è pensiero tremendo. Inaccettabile. Fuori da ogni ragionamento. Logico. Umano. Sociale. Filosofico. Così come al “Tommaso Campailla” di Modica hanno insegnato da circa 200 anni educatori eccelsi, maestri di vita che fanno storia.

Chiudere o annettere ad altro istituto, che è la stessa cosa, il prestigioso Liceo Classico della Contea di Modica è atto amorale. Un attentato alla libertà.

Vogliamo fare polemica? Assolutamente no. Perché ci sentiremmo stupidi e ingenui al pensiero di offrire una facile via di uscita alla politica ciarlatana di ieri e di oggi.

Da anni il Campailla è a prova di numero. Una vera tristezza. Inutile chiedersi, proprio perché non vogliamo prestare il fianco ad alcuna sterile controversia, come mai a nessuno sia venuto in mente di muoversi prima che l’assessore regionale di turno, Mario Centorrino, professore di mestiere ed anche bravo, mettesse nero su bianco. Ma, al punto in cui sta questa ennesima italica vicenda,  non importa.

Il nostro, se ci è consentito, è un grido di dolore. Autentico. Che si aggiunge a quello di tanti altri personaggi illustri, come il preside Giovanni Rossino di Scicli, nostro ex docente di Italiano, amici, colleghi ed ex compagni di liceo certamente più importanti di noi.

Tuttavia, se tutto si riduce ad una questione di numeri, domani stesso, a parte la quasi veneranda età, un’azione veloce e concreta la faremo anche noi, inoltrando domanda di iscrizione.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it