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Le dune di plastica di Marina di Acate finiscono a “Le Iene”. VIDEO
09 Apr 2021 22:16
Quante volte, anche attraverso le pagine del nostro giornale, abbiamo denunciato il disastro ambientale che si palesa sotto i nostri occhi a Marina di Acate? Finalmente, dopo Striscia la Notizia, sono arrivate anche Le Iene. E’ andato in onda questa sera su Italia 1 il servizio di Gaetano Pecoraro che, insieme all’infaticabile Riccardo Zingaro, ha raccolto le voci da Marina di Acate, uno scempio senza fine.
Le dune di plastica sono causate dalle plastiche dismesse dagli impianti serricoli e da altri rifiuti che generalmente servono all’agricoltura. Nel 2017, tra l’altro, una parte della spiaggia è stata sottoposta a sequestro da parte della Procura di Ragusa che ha ipotizzato il reato di disastro ambientale. Durante il servizio, si vedono alcuni operai che vanno a scaricare la plastica sulle dune, praticamente indisturbati, sengno di una routine quotidiana che difficilmente può essere contestata.
Tuttavia, intervistati alcuni proprietari serricoli, si gioca a scarica barile: la colpa è del vicino, del fiume, del mare, non si sa bene di chi. Mai di nessuno. A corollario di questo scempio, anche le fumarole abusive, che sono tossiche: come spiega il procuratore della Repubblica di Ragusa, Fabio D’Anna, per i produttori è più semplice ammucchiare l plastica e dargli fuoco, piuttosto che smaltirla regolarmente.
Riccardo Zingaro, racconta di come il Comune di Acate affidò ad una ditta la bonifica del fiume Dirillo. Tale bonifica non venne mai portata a termine e per questo l’incarico venne tolto. Ma dopo pochi mesi, il Comune affida di nuovo l’incarico alla medesima ditta. Un caos generale, un groviglio in cui si mescolano lentezze burocratiche e politiche.
Per il procuratore D’Anna, essendoci 30 mila aziende sul territorio, tentare di arginare il fenomeno solo dal punto di vista legale, è come “tentare di svuotare il mare con un secchio”. Riccardo Zingaro paragona questo lembo di terra ad una “piccola terra dei fuochi”, dove la gente ormai va via e abbandona tutto.
La deputata Stefania Campo ricorda che la regione aveva stanziato 400 mila euro di fondi per bonificare i litorali marini nel 2018 e altri fondi furono stanziati nel 2020. Ma il Comune di Acate non ha mai partecipato ai bandi. Intervistato il sindaco di Acate, Giovanni Di Natale, si è giustificato dicendo che quelli erano solo spiccioli, una cifra troppo piccola per poter davvero essere significativa.
Ma anche la regione siciliana ha colpe, visto che una parte della spiaggia fa parte del demanio. L’ex ministro Sergio Costa, informato dalla deputata Campo con una missiva, scrisse a sua volta una lettera a Musumeci. Era il 2020 e Musumeci non rispose mai. Intervistato Musumeci, il presidente dichiara di non aver mai ricevuto una lettera e chiede cinque giorni di tempo.
Ma Pecorare, a fine servizio, dichiara che sono passati più di cinque giorni e di Musumeci non vi è stata nessuna traccia. Noi speriamo che questo servizio possa servire a scuotere le coscienze e a far si che finalmente qualcosa, ad Acate, si muova.
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