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Svapo e tosse: esiste una correlazione?
05 Mag 2021 09:40
Ecco perché la sigaretta elettronica potrebbe far venire la tosse e come evitarlo
Chi ha già fatto il passo di entrare in un negozio di sigarette elettroniche alla ricerca di una soluzione per smettere di fumare, saprà bene ciò di cui stiamo per parlare. Si comincia con le classiche domande:
“Quante sigarette fuma al giorno?”
“Rosse o Light?”
“Da quanto tempo?”
Questa piccola intervista è utile per gettare le prime basi su cui impostare il passaggio dal fumo di tabacco al vapore elettronico. Grazie a queste informazioni, infatti, si può consigliare meglio all’utente un certo tipo di e-liquid e scegliere basi con nicotina dalla dose ideale.
Il tutto è improntato ad evitare una frattura nella fase di transizione, che porterebbe inevitabilmente al ritorno del malcapitato alle bionde nocive. Perciò, individuare la percentuale di nicotina giusta per iniziare è un passo fondamentale per dare il via alla disintossicazione, ma può capitare che qualcosa vada storto.
È piuttosto frequente che il neo-vaper, infatti, tossisca all’inalazione del vapore.
Ma perché accade?
Tutti i motivi per cui potrebbe venire la tosse nel passaggio dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica
Come abbiamo anticipato poc’anzi, alcuni svapatori accusano della tosse quando cominciano ad usare l’e-cig. Naturalmente, questo sintomo potrebbe intimorire l’utente, il cui primo pensiero probabilmente sarà:
“Ma se quando fumo non tossisco, perché il vapore mi fa questo effetto?”
Il momento è delicato, per cui è necessario fare chiarezza sull’argomento, onde evitare ricadute. La tosse è causata da un’irritazione della nostra gola, che può essere dovuta a vari elementi:
- Nicotina: nel 90% dei casi, la responsabilità della tosse nello svapo è proprio questo alcaloide estratto dal tabacco, che ad alti livelli raschia letteralmente la gola;
- Glicole propilenico (PG): si tratta di uno dei due componenti principali della base neutra per e-cig, a cui alcuni individui sono intolleranti;
- Aroma: alcune fragranze per sigaretta elettronica sono molto forti e invadenti e possono creare dei fastidi durante l’inalazione;
- Atomizzatori e resistenze: una camera di vaporizzazione sporca e/o una coil troppo usurata possono portare sintomi di questo genere se non si effettua una corretta pulizia e manutenzione del dispositivo;
- Wattaggio: molti vaporizzatori hanno la potenza regolabile, che ad alti valori potrebbe far infiammare le nostre mucose;
- Sigaretta combusta: anche il fumo tradizionale irrita le vie aeree, perciò l’e-cig potrebbe acutizzare infiammazioni precedenti già in atto (stiamo pur sempre parlando di respirare qualcosa di diverso dall’aria).
Nessun mistero, dunque, ma solo fatti comprovati. Ad ogni modo, per ogni fastidio esiste una soluzione: vediamo subito quali sono.
Come risolvere il problema della tosse con qualche piccola accortezza
Sebbene il manifestarsi della tosse possa infastidire notevolmente il neo-vaper e portarlo a desistere dall’impresa, è bene sapere che grazie a qualche semplice accorgimento il fastidio può regredire e sparire del tutto. La posta in gioco è molto alta, perché come ben sappiamo il fumo è la principale causa del cancro ai polmoni e di altre tantissime tipologie di tumori e gravi problemi di salute.
Proprio per questo motivo bisogna tenere duro, affrontare le eventuali difficoltà iniziali e perseguire l’abbandono totale delle sigarette combuste.
A tal proposito, ecco le soluzioni per ogni singola causa della tosse nello svapatore:
- Livello di nicotina troppo alto: diminuire la dose di 2-4 mg/ml o, ancora meglio, passare ai sali di nicotina (dopo essersi informati sul loro corretto utilizzo), che non raschiano la gola;
- Intolleranza al PG: utilizzare una base neutra realizzata con glicerina vegetale (VG) e un 5-10% di acqua bidistillata (reperibile in farmacia);
- Aroma fastidioso: non a tutti piacciono gli stessi sapori, per cui abbandonare subito quello sgradevole e procurarsene altri secondo i propri gusti (molti aromi concentrati sono su base PG, verificare eventuale intolleranza);
- Atom sporco: gli atomizzatori vanno periodicamente smontati e lavati a fondo con appositi prodotti, quali acqua calda, bicarbonato, aceto bianco o detersivo per piatti (si raccomanda abbondante risciacquo);
- Resistenza usurata: sostituire subito la coil quando si avverte un calo aromatico, sapore di bruciato o una vaporizzazione troppo debole;
- Wattaggio alto: regolare sempre la potenza dal display in base al range di Watt segnalati sulla coil ed abbassarne il livello fino ad avvertire un colpo in gola (hit) piacevole e non fastidioso;
- Irritazioni preesistenti: il fumo fa male, malissimo, e la nostra gola lo sa bene: prendere tutti gli accorgimenti suddetti e cercare di svapare senza esagerare.
Insomma, ad ogni evenienza si può porre rimedio e l’importante è centrare l’obiettivo di non ricominciare a fumare.
La sigaretta elettronica non è un farmaco ed ha il suo impatto sull’organismo, ma riduce fino al 90% il rischio di danno da fumo. Per cui, il suo utilizzo per sostituire pacchetto e accendino andrebbe assolutamente valorizzato.
Ma cosa dicono i medici a riguardo?
Sigaretta elettronica nella terapia anti-fumo: il sondaggio fatto tra i medici italiani nel 2020
Nella maggior parte dei casi un tabagista si rivolge ad un centro anti-fumo sotto consiglio del medico. Purtroppo, però, il tasso di successo nella disintossicazione con terapie tradizionali (cerotti, spray e chewing gum alla nicotina) è inferiore al 40%.
Se, poi, aggiungiamo il fatto che sono circa 10.000 le persone che ci provano (su 12 milioni di fumatori), le cifre arrivano ad essere davvero irrisorie. Il problema nasce dal fatto che la sigaretta elettronica è ancora poco conosciuta all’interno dell’ambiente medico, come rivela la ricerca Tobacco Harm Reduction: In Pursuit Of Awareness And Training For Health Care Professionals, realizzata da tre società scientifiche italiane.
I sondaggi realizzati su circa 400 dottori (pneumologi, angiologi, medici di base ed altri operatori sanitari) hanno evidenziato quanto segue:
Il 76% consiglia ai pazienti di smettere di fumare completamente con terapie convenzionali, ma tra loro solo il 12% suggerisce la sigaretta elettronica come strumento di cessazione.
Ciò non significa che siano contrari, solo non hanno ricevuto una formazione adeguata in merito, come avviene invece in paesi pro-vaping come l’Inghilterra.
Per tale motivo, ci si auspica che la ricerca scientifica faccia progressi e che lo staff sanitario venga presto aggiornato al riguardo. In questo modo si potrebbe sfruttare il rapporto privilegiato medico-paziente ancor prima di dirottarlo verso centri esterni, così da potenziare le strategie di cessazione del fumo.
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