È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
“LE FOTO PIU’ BELLE DEI NOSTRI LETTORI”
20 Mar 2012 15:04
Per la Cinquantaseiesima uscita della rubrica “Le foto più belle dei nostri lettori” pubblichiamo lo scatto fotografico che ci ha inviato Danilo. Protagonisti il mare e la montagna, due ambienti diversi con l’Etna che troneggia fumante. In greco “Aἴτνα-ας”, nome che fu anche attribuito alle città di Catania e Inessa, che deriva dalla parola greca aitho (bruciare) o dalla parola fenicia attano (fornace), Jabal al-burkān o Jabal Aṭma Ṣiqilliyya (“vulcano” o “montagna somma della Sicilia”) in Arabo, il monte Etna è chiamato anche col termine “Mongibello”. Le popolazioni etnee, per indicare l’Etna, usano a volte il termine gergale “a muntagna” semplicemente nel suo significato di montagna per antonomasia.
Tante sono le leggende sul gigante Etna. Si diceva che Eolo avesse imprigionato i venti sotto le caverne dell’Etna. Secondo il poeta Eschilo, il gigante Tifone fu confinato nell’Etna e fu motivo di eruzioni. Un altro gigante, Encelado, si ribellò contro gli dei, venne ucciso e fu bruciato nell’Etna. Su Efesto o Vulcano, dio del fuoco e della metallurgia e fabbro degli dei, venne detto di aver avuto la sua fucina sotto l’Etna e di aver domato il demone del fuoco Adranos e di averlo guidato fuori dalla montagna, mentre i Ciclopi vi tenevano un’officina di forgiatura nella quale producevano le saette usate come armi da Zeus. Si supponeva che il “mondo dei morti” greco, il Tartaro, fosse situato sotto l’Etna.
Su Empedocle, un importante filosofo presocratico e uomo politico greco del V secolo a.C., venne detto che si buttò nel cratere del vulcano, anche se in realtà sembra che sia morto in Grecia. Si dice che quando l’Etna eruttò nel 252, un anno dopo il martirio di Santa Agata, il popolo di Catania prese il velo della Santa, rimasto intatto dalle fiamme del suo martirio, e ne invocò il nome. Si dice che a seguito di ciò l’eruzione finì, mentre il velo divenne rosso sangue, e che per questo motivo i devoti invocano il suo nome contro il fuoco e fulmini.
Re Artù risiederebbe, secondo la leggenda, in un castello sull’Etna, il cui celato ingresso sarebbe una delle tante e misteriose grotte che la costellano. Il mitico re dei Sassoni appare anche in una leggenda, quella del cavallo del vescovo, narrata da Gervasio di Tilbury. Secondo una leggenda inglese l’anima della regina Elisabetta I d’Inghilterra ora risiede nell’Etna, a causa di un patto che lei fece col diavolo in cambio del suo aiuto per governare il regno.
Ringraziamo il nostro lettore Danilo per averci inviato il suo scatto e vi ricordiamo che tutti voi potete inviarci le vostre foto all’indirizzo e-mail info@ragusaoggi.it.
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