È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL VINO BIOLOGICO È UNA MOSCA BIANCA
20 Mar 2012 19:35
I prodotti biologici non sembrano trovare sosta nella loro diffusione e, nonostante la crisi, è un settore quello del biologico che ancora rende. Dai negozi specializzati, passando per i ristoranti, fino a giungere a riviste e programmi televisivi, si dà ampio spazio all’alimentazione e ai prodotti biologici. Tutto questo comporta anche casi di frode e tanto marketing. Il pericolo delle truffe, però, non giustifica l’atteggiamento superficiale con cui spesso i temi biologici vengono bollati d’inutilità. Ci insegna semmai a essere più prudenti nelle scelte e più attenti nella lettura delle etichette.
Il mondo del vino ovviamente non poteva rimanere estraneo al circolo del biologico. Tantissime cantine hanno sposato questa filosofia produttiva e molti basano le loro operazioni di vendita su questo tema. Perché allora il vino biologico è una mosca bianca? Il fatto è che si usa spesso impropriamente il termine vino biologico, quando sarebbe corretto usare invece il termine da agricoltura biologica. La differenza c’è ed è notevole. I vini da agricoltura biologica sono quelli che rispondono a una certe disciplina di allevamento e trattamento della vigna stabiliti per legge, ma quello che poi succede in cantina è un’altra questione.
Nella cultura popolare spesso si pensa che il vino biologico non possieda solfiti, cosa assolutamente falsa, e che tutti gli agenti alieni e tossici del vino vengano dall’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici in vigna. Basterebbe leggere pochi capitoli di un trattato di enologia per rendersi conto, che i solfiti, se usati con parsimonia, non sono gli agenti chimici peggiori presenti nel vino. La presenza del piombo, per esempio, è molto più tossica se arriva a certi livelli. Anche perché non facilmente controllabile, soprattutto in certe zone, vicine a settori industriali o città troppo inquinate, dove la presenza di piombo può raggiungere livelli preoccupanti. Anche altre zone non ne sono estranee. L’acqua piovana, infatti, è la principale fonte di piombo per le vigne e i vini europei presentano in media il doppio di quantitativo di piombo rispetto alla media dei vini americani e australiani. A questi vanno aggiunti tutti i trattamenti chimici fatti in cantina per “migliorare” il vino o per difenderlo dalle varie casse, come quella rameica e ferrica. Quindi un vino da agricoltura biologica, se ha subito maggiori trattamenti rispetto a un vino da agricoltura non biologica, avrà probabilmente più agenti chimici del secondo, per paradossale che sia. Inoltre, sia chiaro che la riuscita di un vino non è garantita semplicemente sposando metodi d’agricoltura biologica. Se una determinata vite dà risultati banali in un determinato territorio, continuerà a darli anche allevandola con metodi biologici.
I trattamenti in cantina però, non giustificano assolutamente che in vigna si continui ad abusare dei prodotti chimici, anche perché il vino ne risente, e che anzi la strada da percorrere è la direzione contraria e cioè l’uso minore possibile di agenti chimici in vigna. Questo approccio vale soprattutto per la Sicilia, dove le condizioni climatiche permettono di fare ampio uso di metodi biologici, evitando così almeno i trattamenti in vigna.
Infine, i vini biologici, e non solo da agricoltura biologica, esistono, ma c’è da tenere presente che sono molto rari e che non incontrano facilmente affinità gustativa con i consumatori, anche perché sarebbe ridicolo nascondere che il più delle volte si tratta di prodotti semplicemente ossidati e di nessun interesse particolare. Non tutti i vini biologici sono però così, ma è d’obbligo avvertire che non sono vini per novizi e che il più delle volte non trovano approvazione neanche da molti esperti del settore.
Le scuse della redazione centrale ai nostri lettori. Per un mero disguido tecnico questa settimana la rubrica di enologia esce di mercoledi anzichè di martedi mentre la rubrica di medicina veterinaria è stata anticipata ad ieri
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