NELLO DIPASQUALE: E’ VERO “SPARITI” I SOLDI PER IL PARCHEGGIO DI PIAZZA DEL POPOLO

E’ arrabbiato il sindaco di Ragusa Nello Dipasquale per la vicenda del completamento dei lavori del parcheggio sotterraneo di Piazza del Popolo. Ma non con noi per fortuna che ieri abbiamo spiatteollato in apertura di pagina la notizia della mancanza di liquidità della Regione per iniziare i lavori dopo la gara di appalto con la quale erano state aggiudicatie le opere di rifinitura.

Ma con Palermo da dove noi abbiamo appreso la “ferale” notizia…che addebita il tutto al Cipe che non abrebbe mandato i soldi alla Regione “Come è possibile -aggiunge il primo cittadino- che un finanziamento deciso dal Cipe per la importante struttura ad un tratto “scompaia” e da Palermo ci dicono di non procedere alla consegna dei lavori perchè non c’è liquidità? E siccome il sindaco lo chiede a noi la nostra risposta ovviamente non c’è e Dipasquale “promette”: “Farò le proteste più ampie perchè ogni tanto questo succede solo  per Ragusa perchè pensano che noi non protestiamo più di tanto e possono quindi dormire sonni tranquilli. Ma non sarà così stavolta perchè i sei deputati iblei dovranno chiedere conto e ragione al Governo siciliano di come si possa sospendere un appalto già in fase di consegna dei lavori!” Ma il Cipe aggiumgiamo noi non abbiamo un ragusano puro sangue , cioè il senatore Mauro,  che può vedere se i soldi ci sono o non ci sono, se il Cipe li ha mandati a Palermo o meno, se si sono perduti per strada etc etc etc. Ma allora? Allora diciamo che se ne fottono tutti di Ragusa, dei ragusani etc etc.

E’ arrabbiato, come dicevamo, Nello Di Pasquale che in cuor suo sperava di aggiustare la cosa prima che Ragusa Oggi scoprisse il mistero con una semplice telefonata a Palermo con un funzionario che placidamente ha detto che “non ci sono i soldi”. Davvero incredibile questa storia e noi speriamo che i deputati iblei da lunedi recuperino la dignità politica di un’area sempre soggetta e “maltrattamenti” e vadano a cercare i mille milioni circa per completare l’opera ridotta ad una gigantesca topaia e con la preoccupazione che più tempo passa meno potranno bastare i soldi andando dritti, dritti verso l’incompiuta dell’incompiuta.

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